Pema Chodron: La pratica del TongLen. Per avere compassione per gli altri, dobbiamo avere compassione per noi stessi.
In particolare, aver cura di altre persone che hanno paura, rabbia, gelosia, che sono sopraffatte da dipendenze di ogni genere, arroganti, orgogliose, avare, egoiste, meschine, e così via, avere compassione e cura di queste persone significa non fuggire dal dolore di trovare queste cose in noi stessi. In realtà, può cambiare tutto l’atteggiamento verso il dolore. Invece di respingerlo e di nascondersi, si può aprire il cuore e permettersi di provare il dolore, sentirlo come qualcosa che ci ammorbidirà e purificherà e ci renderà molto più amorevoli e gentili.
La pratica TongLen è un metodo per connettersi con la sofferenza, la nostra e quella che è tutt’intorno a noi, ovunque andiamo. Si tratta di un metodo per superare la paura della sofferenza e per la dissolvere la rigidità del nostro cuore. In primo luogo si tratta di un metodo per risvegliare la compassione che è insita in tutti noi, per quanto crudeli o freddi possiamo sembrare.
Si inizia la pratica assumendo la sofferenza di una persona che sappiamo star male e che vogliamo aiutare. Per esempio, se sai che un bambino sta male, inspiri il desiderio di toglier via tutto il dolore e la paura di quel bambino. Poi espirando mandi al bambino felicità, gioia o qualunque cosa possa alleviare il suo dolore. Questo è il cuore della pratica: inspirare il dolore di altri in modo che possano star bene e avere più possibilità di rilassarsi e aprirsi, ed espirando inviare loro distensione o qualsiasi altra cosa tu senta porterebbe loro sollievo e felicità. Tuttavia, spesso non si può svolgere questa pratica perché ci troviamo faccia a faccia con la nostra paura, la nostra resistenza, rabbia, o qualunque cosa il nostro dolore personale, la nostra rigidità personale appaia essere in quel momento.
A quel punto è possibile modificare la messa a fuoco e iniziare a fare TongLen per quello che si sente e per milioni di altre persone come te che in quell’esatto momento stanno provando la stessa rigidità e miseria. Forse si è in grado di dare un nome al proprio dolore. Lo si riconosce chiaramente come terrore o repulsione o rabbia o desiderio di vendetta. Così si inspira per tutte le persone colte da quella stessa emozione e si invia sollievo o qualunque cosa apra lo spazio per te e per tutti quegli innumerevoli altri. Forse non riesci a dare un nome a quello che senti. Ma puoi provarlo: una chiusura allo stomaco, un buio cupo, qualsiasi altra cosa. Limitati a entrare in contatto con ciò che senti e respiralo, assumilo, per tutti noi e per inviare sollievo a tutti noi.
Spesso si dice che questa pratica va contro la grana di come siamo soliti tenerci insieme. Sinceramente, questa pratica va davvero contro la tendenza di voler le cose a modo nostro, di volere che diano risultati per noi stessi, non importa cosa succede agli altri. La pratica dissolve l’armatura di auto-protezione che abbiamo provato così faticosamente a creare intorno a noi. Nel linguaggio buddista si direbbe che dissolve la fissazione e l’attaccamento dell’ego.
TongLen inverte la logica abituale di evitare la sofferenza e cercare il piacere e, nel processo, veniamo liberati da un’antichissima prigione di egoismo. Cominciamo a provare amore per noi stessi e per gli altri, e iniziamo anche prenderci cura di noi stessi e degli altri. TongLen risveglia la nostra compassione e ci introduce anche ad una visione molto più ampia della realtà. Ci introduce alla vastità illimitata che i buddisti chiamano shunyata. Svolgendo questa pratica, cominciamo a connetterci con la dimensione aperta del nostro essere. all’inizio la esperiamo realizzando che le cose non sono un così grande affare o così solide come sembravano prima.
TongLen può essere fatto per coloro che sono malati, quelli che stanno morendo o sono appena morti, o per quelli che sono in qualsiasi tipo di dolore. Ciò può essere fatto sia come una pratica formale di meditazione, oppure direttamente sul posto, in qualsiasi momento. Ad esempio, se sei stai camminando e vedi qualcuno che soffre – proprio lì puoi iniziare a respirare il suo dolore e a inviare un po’ di sollievo. O, più probabilmente, potresti vedere qualcuno nel dolore e distogliere lo sguardo, perché ciò porta in primo piano la tua paura o la rabbia, porta in primo piano la tua resistenza e confusione.
Così proprio lì puoi fare TongLen per tutte le persone che sono esattamente come te, per chiunque desiderano essere compassionevole ma ha paura, per chi desidera essere coraggioso ma è un vigliacco.
Invece di battere te stesso, usa la tua rigidità proprio come un trampolino di lancio per comprendere ciò con cui la gente si scontra in tutto il mondo.
Inspira per tutti noi ed espira per tutti noi.
Usa come medicina ciò che sembra veleno. Usa la tua sofferenza personale come sentiero verso la compassione per tutti gli esseri.