Le migliaia
100
A un sermone, anche se composto
di mille (vocaboli), ma vocaboli privi di senso, è preferibile
una sola parola ponderata,
udendo la quale un uomo si senta tranquillo.
101
A un poema, anche se composto
di mille (strofe),ma strofe prive di senso, è preferibile
un poema costituito da un solo verso,
udendo il quale un uomo si senta tranquillo.
102
Piuttosto che recitare cento poemi composti
di versi senza senso alcuno, è preferibile recitare un solo
verso, udendo il quale ci si senta tranquilli.
103
Se un uomo vince in battaglia
per mille volte mille nemici, mentre un altro vince soltanto
se stesso, questi è da reputarsi
migliore dei vincitori di ogni battaglia.
104
Chi vince se stesso è senz’altro migliore degli altri esseri.
Di chi ha soggiogato
se stesso, che conduce la propria esistenza agendo
sempre sotto controllo,
105
la vittoria di un uomo simile
non potrebbe essere tramutata in sconfitta nemmeno
da un dio, da un gandhàrva
e neppure da Mara insieme con Brahma.
106
Se anche un uomo compie sacrificio,
mese dopo mese, per cento anni,
ma per un momento solo rende omaggio a un uomo
che abbia la mente concentrata
questo suo (ultimo) solo atto è da ritenersi migliore
di un sacrificio compiuto per cento anni.
107
Se anche un uomo rende onore ad Agni
(il dio vedico del fuoco)
nella foresta per cento anni, ma per un momento solo
rende omaggio a chi ha la mente concentrata,
questo suo (ultimo) solo atto è da ritenersi migliore
di un sacrificio compiuto per cento anni.
108
Qualunque cosa un uomo sacrifichi in questo mondo,
sotto forma di immolazione oppure di offerta,
per un anno intero, al fine di trarne un vantaggio,
tutto ciò non vale un centesimo:
è preferibile rendere omaggio a
chi vive in maniera retta.
109
Colui che sempre rende onore e rispetta gli anziani
vedrà migliorare quattro cose:
vita, bellezza, felicità e forza.
110
Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni
nella perversione e nella dissolutezza,
è migliore quella di chi vive nella saggezza
e nella meditazione.
111
Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni
nell’ignoranza e nello sbandamento,
è preferibile un solo giorno di vita di colui che conduce
un’esistenza saggia e meditativa.
112
Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni
in modo neghittoso, è preferibile
un solo giorno di vita di colui le cui azioni sono improntate
a spirito gagliardo.
113
Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni
senza porsi il problema dell’origine
e della fine (delle cose), è preferibile un solo giorno di vita
di colui che le considera.
114
Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni
senza volgere lo sguardo
al luogo immortale (il nirvana), è preferibile un solo giorno
di vita di colui che lo osserva.
115
Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni
senza prendere in considerazione
la legge suprema, è preferibile un solo giorno di vita
di colui che invece la rispetta.