LA PAZIENZA
insegnamenti di Ghesche Ciampa Ghiatso sul Lam Rim medio:
1. L’entità della pazienza è una mente che si trova a proprio agio senza essere sopraffatta dal danno ricevuto o dall’esperienza della sofferenza, e che rimane focalizzata nell’aspirazione per il Dharma. Odio, scoraggiamento, mancanza di apprezzamento e mancanza di desiderio sono la sua classe discordante.
2. Il completamento della perfezione della pazienza consiste nella sola completa abitudine della mente nel porre fine alla propria bellicosità e così via, e non consiste nel liberare gli altri esseri senzienti dalla loro turbolenza. C’è la pazienza del non prestare attenzione al male procurato da altri, dell’accettazione quando la sofferenza si manifesta nel proprio continuum, e la pazienza della certezza della propria disposizione mentale. Quando sorge la sofferenza nel nostro continuum, dovremmo spontaneamente accettarla senza tristezza e senza essere disturbati.
COME SVILUPPARLA:
Meditare sui
vantaggi della pazienza
sugli svantaggi dell’impazienza
I vantaggi della pazienza:
in futuro si avranno pochi nemici, si avranno buone relazioni con coloro che ci sono cari e non saremo separati da loro, sperimenteremo molta felicità fisica e mentale, moriremo senza rimorso per via di essere sicuri di avere agito bene durante la nostra vita, e, dopo aver lasciato il corpo di questa vita, rinasceremo tra i deva. Quindi, sono molti i vantaggi nell’essere pazienti. La pazienza è l’ornamento sublime di chi è potente. Per gli asceti è la forza migliore per sopportare le difficoltà. Essa è un torrente d’acqua che estingue il fuoco
della mente nociva. Grazie alla pazienza il corpo diventa molto bello, come se adornato con i segni e le esemplificazioni.
Svantaggi:
Non si sperimenterà la pace della mente e così via. Ci sono svantaggi visibili della rabbia: non sperimentiamo felicità mentale e certezze, la nostra felicità e gioia decresce ora dopo ora, difficoltà ad addormentarsi, la nostra mente agitata. Gli amici e i parenti divengono irritati ed infelici con noi e si allontanano. Anche se diamo loro dei regali, non resteranno con noi.
COME SVILUPPARE LA PAZIENZA DELL’ACCETTAZIONE DELLA SOFFERENZA
Lam Rim Medio dice: Come si sviluppa la pazienza dell’accettazione della sofferenza
Come si sviluppa la pazienza dell’accettare la sofferenza:
1 Neutralizzare l’abituale avversione per la sofferenza che sorge Quando la sofferenza che si è manifestata è facilmente curabile, l’avversione non ha senso. Anche se non è alleviabile, l’avversione è inopportuna perché non è di alcun beneficio, anzi è dannosa; difatti, l’ipersensibilità rende difficilmente tollerabile anche il dolore più insignificante, mentre persino la sofferenza più intensa è sopportabile con una pazienza
maggiore. Quando sorge la sofferenza, non dovremmo opporci con una mente che pensa, non mi piace. Se la sofferenza che sorge è facile da alleviare, non c’è bisogno di provare avversione mentale. Perfino se non possiamo alleviarla, non c’è nessun beneficio nell’avversione la quale porta solo degli svantaggi a noi stessi. Se siamo ipersensibili o abbiamo poca tolleranza, sarà molto difficile sopportare anche la minima sofferenza
come, per esempio, se qualcuno ci dice “hai proprio un naso grosso!” Se fossimo meno sensibili e più tolleranti, saremmo in grado di sostenere anche grandi sofferenze e non sarebbe neppure un problema se qualcuno ci dice che abbiamo un naso grosso, occhi piccoli e così via. Così, quelle persone che possiedono più pazienza sono in grado si sopportare anche sofferenze molto intense.
Lam Rim Medio dice:
2 Considerare gli aspetti [positivi] della sofferenza
Continuate ad esercitare la mente nell’accettazione della sofferenza prendendo in considerazione i suoi lati vantaggiosi. Essa ha la qualità di spronare la mente verso la liberazione, perché se non ci fosse sofferenza non sorgerebbe il desiderio di giungere alla liberazione dall’esistenza ciclica. Ha la qualità di eliminare l’arroganza, poiché vanità e amor proprio sono annientati in una persona colpita dalla sofferenza. Essa ha la qualità di agire da deterrente per le azioni non virtuose, perché una persona che ha subito molte sofferenze e non vuole questi effetti generati dalla non virtù, ne contrasterà le cause. Essere tormentati dalla sofferenza fa sorgere il desiderio di esperienze più felici e, se volete provarle, dovete agire in modo virtuoso. Essa ha quindi la qualità di suscitare in voi la gioia per le azioni virtuose e, in modo commisurato alla vostra stessa esperienza, vi indica come far sorgere la compassione per gli esseri migratori, vale a dire, vi fa comprendere che anche gli altri sperimentano la sofferenza. Dovremmo pensare alle buone qualità della sofferenza. Per esempio, a causa della sofferenza genereremo la mente della rinuncia che desidera divenire libera dalla
sofferenza ed emergere definitivamente dall’esistenza ciclica. D’altra parte, se non sperimentiamo sofferenza, il desiderio di emergere dall’esistenza ciclica non sorgerà. La sofferenza, tuttavia, agisce come stimolo per la nostra mente nell’ottenere la liberazione, come se qualcuno ci dicesse “Devi ottenere la liberazione dalla sofferenza!” Con lo sperimentare sofferenza, l’orgoglio che pensa alla nostra superiorità è eliminato. A causa dell’esperienza della sofferenza, ci sforzeremo nell’evitare di creare le sue cause – le azioni non virtuose. Se siamo tormentati dalla sofferenza, abbiamo il desiderio di sperimentare felicità e ci sforzeremo nel creare le cause della felicità – le azioni virtuose. A causa della sofferenza, genereremo il desiderio dal profondo del cuore per aiutare gli altri ad eliminare la loro sofferenza. Perciò, la sofferenza ha delle buone qualità in quanto ci può aiutare a sviluppare le nostre realizzazioni interiori. Per questa ragione, non dovremmo essere tristi quando soffriamo invece utilizzarla come un incentivo alla pratica del Dharma.
Lam-Rim Medio dice:
3 Non è difficile se vi familiarizzate con ciò poco alla volta
– Qui [si afferma]:
– Non vi è nulla che non si possa ottenere più facilmente acquisendo familiarità con ciò, quindi, addestrandovi con i mali minori, riuscirete anche a superare le sofferenze più gravi. Così, usando il pensiero di accettare la sofferenza come una corazza e integrandolo con le sofferenze minori a piccoli passi, si accrescerà la forza di accettare la sofferenza. Grazie alla familiarità con qualcosa, questa diventa facile. Quindi, se prima ci familiarizziamo rispetto ad un male minore, pensando “Non importa”, in seguito quando
qualcuno ci procura un danno grande, saremo capaci di sopportarlo con pazienza. Questa è la pazienza di essere in grado di accettare spontaneamente la sofferenza. In breve, inizialmente dovremmo sforzarci di accettare piccole sofferenze, in modo che in futuro la nostra forza di accettare la sofferenza si accrescerà. D’altro canto, se continuiamo a pensare “Povero me! Questo non posso sopportarlo!”, la nostra forza decrescerà solamente e non saremo capaci di sopportare neppure piccole sofferenze. Pazienza di:
non dare importanza al danno ricevuto da altri
accettare la sofferenza che sorge nel proprio continuum
una mente sicura rispetto al Dharma
Quali sono gli svantaggi invisibili e visibili della pazienza?
Gli svantaggi invisibili:
La virtù accumulata dalla generosità di donare cose materiali per un migliaio di eoni e quella di porgere offerte ai Sugata, di prostrarsi a loro, e così via, viene distrutta da un istante di rabbia.
Gli svantaggi visibili:
6. Non sperimenterete la pace mentale e le certezze;
7. La gioia e la felicità che esistevano in precedenza andranno in rovina e non verranno più ottenute;
8. Sarete incapaci di prender sonno e la mente non troverà pace
9. Se l’odio è forte, anche coloro che in precedenza vi hanno curato pieni di gentilezza, possono uccidervi;
10. Amici e parenti vi abbandoneranno pieni di irritazione;
Anche coloro che riunirete intorno a voi con dei regali, non resteranno, e così via.