Rappresentano la liberazione spirituale dal samsara. Come i pesci non sono un ostacolati dalle acque turbolenti quando nuotano negli oceani, così i praticanti seguono il sentiero senza essere impediti dalle vicissitudini della vita. Questo simbolo consiste di due pesci d’oro (in sanscrito suvarnamatsya, in tibetano gser-nya) che solitamente sono raffigurati verticalmente e paralleli, o leggermente incrociati con le teste in basso rivolte una verso l’altra. Originariamente in India i pesci rappresentarono i fiumi sacri Gange e Yamuna. Simbolo del Signore del mondo, i pesci d’oro si ritrovano non solo nella tradizione Buddhista ma anche nella religione Jain; in Tibet essi si trovano solo raffigurati assieme agli altri Simboli di Buon Auspicio. I Pesci d’Oro simboleggiano l’auspicio di tutti gli esseri senzienti in uno stato di assenza di paura, salvati dal pericolo di cadere nell’oceano della sofferenza e liberi nell’avere acquisito la consapevolezza della natura ultima, così come i pesci nuotano nell’acqua per loro natura liberi.