I figli di Machig, gli Āchārya indiani

illignaggio di Macig

il lignaggio di Macig

I Figli di Machig – Gli Āchārya indiani

Quando Machig stava andando a Zangri, il Protettore Nero, avvolto in un’ampia tunica di seta nera, e il dio-roccia protettore Dralha Gompo andarono a darle il benvenuto circondati dal loro seguito. In loro compagnia ella raggiunse la Fortezza Rossa.

Una notte, quando Machig aveva quarantadue anni, fece un sogno: “Mentre stavo camminando in un grande giardino, in cima a un fiore con mille petali che aveva la natura della luce multicolore, vidi Kyotön Sönam Lama. Il suo corpo era bianco e simile ad un arcobaleno. Dampa Sangyé era sulla corona del suo capo, e a incoronare il capo di Dampa c’era Vajradhara. Alla sua destra c’era Mañjuśri Rosso e alla sua sinistra, Āryadeva. Dietro di lui c’era Sukhasiddhi e Sua Maestà la Signora Tārā era di fronte. Liberi da una natura inerente, essi mi apparvero nei loro corpi di godimento. Mi diedero le loro benedizioni e i siddhi di corpo, parola e mente. Mi conferirono anche numerose trasmissioni rituali.28 Attorno a me, in ognuna delle quattro direzioni, c’erano quattro dākini bianche che suonavano conchiglie bianche. Il loro suono raggiunse i quattro continenti. Io mi svegliai a quel suono.”

Il giorno successivo, a mezzogiorno, il suo figlio più giovane (di Machig) e la figlia arrivarono accompagnati da loro padre. Marito e moglie confrontarono le loro intuizioni meditative e le realizzazioni e anche pregarono per gli altri. Più tardi improvvisarono canzoni per il bene di tutti. Poi Thöpa Bhadra partì per l’India.29

A quel tempo suo figlio Drupsé aveva quindici anni. Egli aveva ricevuto da suo padre i cicli di Chakrasamvara, di Padmasambhava e Aksobhya, insieme ai mezzi segreti ottenimento per Vajravidarana e Hayagriva Nero.

Sua figlia Ladüma aveva solo dieci anni, ma conosceva già i mezzi di ottenimento di Mañuśrī Rosso e Mahākarunika, e del grande compassionevole (nella forma di Avalokiteśvara) Khasarpani. Era anche in grado di leggere i Venticinquemila e le Centomila versioni della Prajñāpāramitā.

Drupsé soffriva di attacchi di follia dopo i quali sveniva. Machig gli diede una raccolta di istruzioni specifiche chiamate La Preziosa Luce Che Placa Completamente tutte le Sofferenze, poi lo fece dormire per sette giorni in una terra di carne. Drupsé guarì della sua malattia e nacque in lui una realizzazione estremamente straordinaria. Poi Machig gli passò l’intero ciclo di queste istruzioni che lui imparò alla perfezione.

Poco dopo, Machig invitò Dampa Sangyé a Zangri. In previsione dell’ordinazione monastica di Drupsé, ella organizzò una grande festa religiosa e volle scegliere lei il nome monastico del figlio. Quando Dampa gliene chiese la ragione, lei disse: “Vorrei che questo nome fosse una connessione di buon auspicio per il futuro. Suo padre si chiama Thöpa e mio figlio è appena guarito da una malattia che lo aveva privato della ragione. Da te, Dampa, essenza dei buddha dei tre tempi, (mio figlio) ora riceverà l’ordinazione monastica. Affinché tutti i desideri (di Dampa) possano essere esauditi, lo chiameremo Thönyön Samdrup, Figlio Pazzo di Thöpa le cui Intenzioni sono Realizzate. Egli ha tutte le qualità (necessarie) per diventare il dtentore del mio lignaggio. Lo so perché ho fatto un sogno nel quale quattro dākini bianche suonavano conchiglie bianche il cui suono pervadeva i quattro continenti. Lui è arrivato in quello stesso giorno.”

Dampa Sangyé diede a Thönyön Samdrup la trasmissione rituale di Mañjuśri come sua deità yidam personale. Gli conferì anche le iniziazioni complete della quintuplice Maestà (Vārāhī), e le cinque deità di Mahāmāyā. Poi gli diede la completa spiegazione del Guru Yoga nonché le istruzioni chiamate La Liberazione delle Sei Coscienze Secondo i Śāstra. E predisse: “In futuro, diventerai il principale detentore del lignaggio degli insegnamenti di Machig, e otterrai il bene degli esseri viventi su vasta scala!”

Una grande offerta di ringraziamento fu presentata a Dampa Rinpoché che poi tornò a Latö.

Da allora in poi, Thönyön Samdrup sentì una profonda venerazione per Dampa Sangyé. Soleva dire che Dampa era suo padre e che per tre giorni e tre notti, con la concentrazione su un punto, avrebbe pregato per Pa dampa (il Pdre Santo) e Ma Chig (Madre Unica). Come risultato, Dampa divenne presto conosciuto col nome di Pa Dampa.

Circa nello stesso periodo, il figlio più giovane (di Machig), Drupa, sposò una figlia della famiglia Goyak della regione di Arawa. (Il ragazzo) acquisì presto lo stile di vita degli Arawa, in cui non c’era posto per il Dharma.

Quando Machig vide che Thönyön era pronto, gli diede le quattro iniziazioni della stabilizzazione meditativa, un’iniziazione del significato ultimo (del Dharma direttamente) trasmesso alla mente nella tradizione della Prajñāpāramitā.30 (Machig) gli diede anche le istruzioni complete sul trasferimento di coscienza, conosciuto come la diretta conoscenza (della natura della mente) attraverso la tecnica dell’Aprire i Cancelli dello Spazio, insieme a tutti i commentari essenziali. (Machig) gli trasmise le raccolte complete delle cento iniziazioni sulla trasformazione dei buddha delle dieci direzioni, le cento iniziazioni sulla trasformazione delle dākini, secondo i Tantra Madre, e le cento iniziazioni delle torma (dolci rituali).31

(Machig) gli insegnò ad addestrare la sua mente per mezzo dello stadio di generazione e il suo sviluppo spirituale ebbe un incremento dello sviluppo straordinario. Dopo quattro mesi (Thönyön) ottenne la stabilità (nelle visualizzazioni). Poi praticò lo stadio del completamento per tre mesi e ottenne il segno della realizzazione conosciuto come calore. Sia nella pratica della generazione che in quella del completamento egli mostrò formidabili abilità, e lei, dopo, gli passò i cicli del Chöd di Mahāmudrā secondo la sua tradizione del Dharma. Anche in queste (attività) egli dimostrò una notevole predisposizione e pree a cuore tutte le sue istruzioni.

Quando aveva sedici anni, Machig disse (a suo figlio): “Vai a meditare a Zhampo-gang, perché è lì che hai una connessione di buon auspicio.” Così Thönyön Samdrup andò là con tre compagni.

Un mese dopo, all’alba, Machig, grazie ai suoi poteri soprannaturali, (si spostò) senza difficoltà nell’aria e per lo spuntar del giorno raggiunse Zhampo-gang dove preparò offerte per un grande ganachakra. Suo figlio arrivò a mezzogiorno e lei disse: “Voi quattro siete stanchi per il lungo viaggio?”

Suo figlio replicò: “No, stiamo bene e siamo felici che tu sia venuta per unirti a noi.”

Allora Machig passò a suo figlio la grande iniziazione delle benedizioni della trasmissione orale, la grande iniziazione delle cinque famiglie dei buddha e l’iniziazione per la pratica segreta delle cinque deità di Vārāhī. Poi gli insegnò dettagliatamente i versi radice della trasmissione sussurrata e gli diede le relative istruzioni.

Machig rimase con suo figlio sette giorni, benedicendo il luogo e la grotta. Innumerevoli dāka e dākini si riunirono e suo figlio la vide nella forma di Vajravārāhi. Apparvero piogge di fiori, suoni di musica celestiale e altri strabilianti segni come arcobaleni. (Machig) ordinò agli spiriti locali di Zhampo di non causare alcun ostacolo alla pratica di suo figlio e li costrinse a giurare di assisterlo durante il ritiro. Poi affidò a una dākini della famiglia del loto chiamata Drimema (Signora senza Macchia) il compito di agire come benefattrice (del figlio) e di occuparsi dei suoi bisogni, e la dākini promise che avrebbe agito di conseguenza. Infine, Machig disse a Thönyön: “Rimani in ritiro per tredici anni. Trasforma i tuoi aggregati, gli elementi e e le fonti di percezione32 nel palazzo della deità.33 Medita sulla terra pura del Buddha finché non sorgerà nella tua mente e finché non hai ottenuto stabilità nella tua visualizzazione. Durante tutto questo periodo, la benefattrice rimarrà qui e si prenderà cura dei tuoi bisogni.”

Thönyön allora entrò nella grotta e si sedette su un cuscino d’erba nella postura in sette punti di Vairocana.34 Poi la grotta fu murata cosicché nessuno potesse vederlo. Allora, insieme all’assemblea di dākini, Machig si librò in aria e ritornò a Zangri.

Erano passati tre mesi in questo modo quando Thönyön Samdrup iniziò a ad avere fame e sete.

Mia madre mi ha parlato di una benefattrice che si sarebbe occupata dei miei bisogni, ma io finora non ho visto nessuno. D’altro canto, grazie alle benedizioni di mia madre, ora questo posto è sacro. Siccome io sono sotto la sua protezione, forse devo alimentarmi del cibo dell’assorbimento meditativo, così immagino che non morirò di fame!”

Mentre pensava così, apparve all’improvviso una figura che sembrava cavalcasse i raggi del sole, una ragazza rossa del massimo splendore che gli porse una piccola ciotola e disse: “Meditatore, questo è nettare. Se lo bevi, riuscirai a concludere con successo la tua pratica.”

Thönyön bevve il nettare, ricco di cento sapori, e tutto il suo corpo fu pervaso da un’intensa beatitudine e il desiderio di cibo ordinario svanì. Egli pensò: “E’ possibile che quella fosse una dākini di saggezza? Forse dovrei parlarle dei segni di calore che si sono verificati durante la mia pratica.” Ma (la dākini) rispose: “Io sono solo colei a cui Machig ha detto di occuparmi dei tuoi bisogni. Non sono assolutamente la tua Maestra spirituale, per cui non raccontarmi le tue esperienze di meditazione. Piuttosto, tienile nascoste come un tesoro di talità (???). Se dovessero comparire ancora dubbi che ti disturbano, osserva ed esamina la tua mente, e con il ragionamento, strappali via. Ottieni l’unione assoluta di visione e azione (???) e unisci la molteplicità in un solo sapore!”

Dopo aver detto questo, (la dākini) sparì. Ma ritornava ogni tre anni con provviste.

Erano passati cinque anni da quando Machig aveva mandato uno yoghin a vedere se Thönyön era ancora vivo.

Lo yoghin raggiunse l’ingresso della grotta e chiamò Thönyön. Come risposta, sentì il suono della sillaba A.

E’ tua madre che mi ha mandato qui per avere tue notizie. Hai fame o sete? Qualche (altro) problema?

Thönyön rispose: “Hai fatto buon viaggio? Sono felice di sapere che mia madre sta bene. Mi alimento con il cibo dell’assorbimento meditativo e non ho più voglia di cibo ordinario, per cui come potrei avere fame? Indossando le vesti del calore interiore, anche il desiderio di vestiti si è placato. Avendo tutte le apparenze come compagne non ho nemmeno più bisogno di amici. Ovunque io guardi, mi godo la vista dei buddha e delle terre pure, così non desidero nemmeno essere in un altro posto..”

Lo yoghin ritornò e raccontò a Machig quello che aveva imparato e (Machig) fu felice per le grandi qualità di suo figlio.

Gli Ācārya indiani

A quel tempo, il numero di discepoli di Machig era diventato vasto come lo spazio. Tutti confidavano in lei – dall’Amdo, dal Kham e dal Tibet Centrale arrivavano grandi Lama sotto i loro stendardi e con il loro seguito, geshé e semplici monaci, re e nobili, ministri e regine e persino selvaggi Mongoli, monache e laici, maschi e femmine, lebbrosi e mendicanti, alcuni fortunati in ogni ambito, altri vittime di tutte le sventure possibili e immaginabili. Così (Machig) era sempre circondata da una cerchia di circa cinquemila persone di ogni rango e origine. Arrivarono persino dal Nepal, numerosissimi, a trovare Machig, e la reputazione della sua incredibile disciplina personale e la competenza del Dharma alla fine raggiunsero l’India.

A Bodhgaya, in India, i pandita tennero un consiglio per esaminare questa nuova sorgente di Dharma.

Ultimamente abbiamo sentito parlare di una tradizione religiosa sconosciuta presentata come il Chöd di Mahāmudrā. La sua influenza si è diffusa per tutto il Tibet, il Kham e il Nepal. Asserisce di pacificare e recidere le quattrocentoquattro malattie e le ottomila forze demoniache. Si dice che il suo fondatore sia una donna con tre occhi che è considerata l’emanazione della Grande Madre di Saggezza. Oè davvero un’emanazione della Madre Prajñāpāramitā, o è Māra o qualche altro spirito malefico incarnato, nel qual caso sarà difficile soggiogarla. Non solo, ma è altrettanto difficile sapere come farlo, perché, dopo aver corrotto tutto il Tibet, è capacissima di contaminare anche l’India. Per cui dovremmo mandare qualcuno in Tibet a valutare la situazione.”

Mentre tutti furono d’accordo sull’idea, la domanda successiva era chi mandare. Avrebbe dovuto essere qualcuno, non solo molto dotto, ma anche realizzato, qualcuno dotato di poteri magici, e avrebbe dovuto essere abbastanza potente da riuscire a tornare in India senza venire catturato dal fascino di questa donna.

Così furono scelti tre potenti yogin che volarono via come i falchi cacciatori mongoli quando vengono lasciati andare. Si librarono nel cielo e per l’alba del giorno successivo, essi raggiunsero l’eremo a Zangri Khangmar. L’attendente di Machig, Sönam Gyen, li notò per primo e le disse: “Proprio sopra sopra il nostro eremo ci sono tre uomini dalla carnagione bluastra, con occhi penetranti e mantelli di seta nera. Di sicuro non sono della zona. Sono nepalesi o qualcosa del genere.”

Essi sono viaggiatori dall’India. Preparate loro dei bei seggi,” le disse Machig. Sönam Gyen adagiò tre seggi composti da tre cuscini, e Machig le disse di farli accomodare. Al gesto di invito dell’attendente, i tre entrarono e si sedettero. Nella lingua dell’India Machig si informò sul loro stato di salute. Poi fece loro varie domande su episodi recenti (avvenuti) nel loro paese, ancora nel linguaggio dell’India. Essi risposero a tutte le sue domande e, a loro volta, le chiesero: “Come mai conosci la nostra lingua?”

Ho preso varie rinascite in India, e così ho imparato la vostra lingua!”

Vuoi dire che anche tu ricordi le tue vite precedenti?”

Io conosco la mia vita presente, quelle del passato e quelle del futuro.”

Allora gli āchārya insistettero affinché (Machig) parlasse loro delle sue vite, però Machig si accorse che se si fosse messa a spiegare tutto nella lingua dell’India, i suoi discepoli non avrebbero capito una parola.

Siccome questi tre Indiani ovviamente vogliono discutere e ascoltare i racconti delle mie vite precedenti, io vorrei che ne traessero profitto anche i Tibetani. Ergo, le nostre conversazioni dovrebbero venire tradotte nelle lingue dell’India, del Nepal e del Tibet.”

Mentre (Machig) estendeva la sua ospitalità ai tre āchārya, furono mandati dei messaggeri nell’Amdo, nel Tibet Centrale e nel Kham, e anche in Nepal, ad annunciare tutti l’imminente dibattito tra Machig e gli āchārya, in cui ella avrebbe dato anche un pieno resoconto delle sue vite precedenti e future. Chiunque volesse assistere (all’evento) avrebbe dovuto portare con sé provviste per un mese.

Alla fine si riunì una folla di 500.573 persone. Tra di loro c’erano quattro traduttori (molto) eruditi che erano venuti dall’India. Quando Machig iniziò a insegnare il Dharma, anche lei aprì le sue porte per aiutare a nutrire la folla che includeva circa settantamila membri del sangha. Con i lotsāwa che traducevano, i tre āchārya bombardarono Machig di domande a cui lei rispose in modo ineccepibile e non fu mai sconfitta. Essi dissero: “Tutti gli insegnamenti di Dharma provengono dall’India, e non è mai stato detto che alcuni avrebbero avuto origine in Tibet.”

E’ vero, l’India è la sorgente di tutti i buddha e dei loro insegnamenti. Per cortesia, dicci, in particolare, le circostanze e il tempo in cui i buddha apparvero, i vari insegnamenti che diedero e la loro motivazione per darli.”

I tre āchārya erano perplessi: “noi non sappiamo esattamente quando quando i buddha apparvero, che ciclo di insegnamenti diedero e come guidarono i loro discepoli. Ma se tu lo sai, per carità, diccelo.”

Machig parlò per sette giorni pieni, con i quattro traduttori a malapena in grado di starle dietro. Poi gli āchārya chiesero: “Tutto questo è davvero molto interessante, ma tu hai i mezzi per dimostrare (la validità delle) tue dichiarazioni a proposito del ricordare le tue vite precedenti? E sei in grado di dimostrare l’autenticità della tua dottrina?”

Machig allora si rivolse a tutti i presenti: “Ascoltate con attenzione, tutti voi dell’assemblea qui riunita. Gli Indiani non hanno alcuna fiducia in me o nei miei insegnamenti. Per questo hanno mandato qui questi tre āchārya per esaminarmi. ‘Controlliamo questa tua dottrina,’ mi dicono loro, ‘e se tu ricordi davvero le tue vite precedenti, be’, allora sentiamo!” Naturalmente, se io non riesco a fornire prove sufficienti per giustificare i miei insegnamenti di Dharma, non solo gli Indiani, ma anche i miei discepoli, così come tutti voi che siete venuti fin qui e chiunque altro del Paese delle Nevi perderà la fede nelle mie istruzioni. Se non faccio un resoconto delle mie vite precedenti, nessuno mi crederà più. Per cui, ascoltate tutti attentamente!”

Prima di tutto, ho studiato i precetti di Buddha nelle loro versioni: estesa, media e abbreviata. Poi, avendo dimostrato la liberazione grazie alle sue parole, ho composto La Grande Raccolta dei Precetti del (Chöd).”35

Machig insegnò l’intero ciclo della Grande Collezione dei Precetti del Chöd, seguiti dalle descrizioni di tutte le esperienze meditative che erano fiorite nella sua mente. Poi descrisse gli insegnamenti ricevuti dai suoi Lama e del loro lignaggio spirituale, le trasmissioni ottenute da divinità yidam come Tārā, e le varie profezie che avevano fatto. Poi, quanto alle sue vite precedneti, (Machig) spiegò come, attraverso la gentilezza di Tārā, la dākini Vajradhātu fosse apparsa dal cuore della Grande Madre Yum Chenmo e avesse preso centosette vite umane, l’ultima delle quali era l’attuale Luce Risplendente di Lab.

Nella vita precedente a questa, sono nata in India, come il pandita Pranidhāna Siddhi e ho meditato nella Grotta di Bhadra a Potari. Grazie alla benedizione della maestosa Tārā, questo mio corpo (che è quello della) vita precedente rimane qui anche ora. E’ ancora intatto, senza aver perso il suo splendore o l’aspetto giovanile. Se cremate questo corpo con legno di sandalo bianco, un profumo dolce pervaderà tutta la regione, risuonerà una musica celestiale e preziosi stendardi di vittoria, ombrelli e tutti i tipi di offerte scenderanno (dal cielo) insieme ad una pioggia di fiori multicolori. Oltre ad arcobaleni e luci che riempiono il cielo, vedrete numerosi segni straordinari. Sul teschio appariranno, formando un diadema come se (fosse inciso) in rilievo, i cinque buddha con Vairochana il Risplendente al centro, e ognuno ddi essi abbracciato a una delle cinque dèe come Buddha Lochanā. Su ogni vertebra apparirà uno Stupa della Vittoria Totale. Ognuno dei denti sarà marcato da una conchiglia a spirale ruotante in senso orario. Sulla mascella vedrete una sillaba A bianca. All’altezza della vita vedrete i protettori delle tre classi di esseri, alle spalle Tārā bianca e Tārā verde, al cuore il Buddha Śakyamuni con Vajradhara al centro del suo petto. Tutt’intorno al corpo troverete numerose reliquie multicolori grandi come noci.

Se tutto quello che ho appena descritto non succede così, allora le mie parole sono come una rete di bugie. Voi tre pandita che venite dall’India, andate a verificare le mie dichiarazioni e ritornate una volta che lo avete fatto. Quanto a me, io ho eseguito metà del mio compito qui sulla terra per la felicità degli esseri. Ho cinquantadue anni. All’età di novantanove36 partirò per la terra pura di Akanistha, dimostrando così il trasferimento di coscienza.”37

Tutti quelli che erano stati presenti al dibattito e stavano ascoltando i suoi (di Machig) insegnamenti e i racconti sulle sue vite precedenti furono colpiti da una fede profonda nelle sue parole, e tutti i loro dubbi furono dissipati. Tuttavia, per recidere la controversia una volta per tutte, essi chiesero a Dampa Sangyé di venire e gli chiesero di accompagnare le tre yoghini in India. Per il bene degli esseri della Terra delle Nevi, gli chiesero di portare alcune delle reliquie menzionate da Machig. Dampa fu d’accordo e partì per l’India subito con i tre āchārya. L’assemblea si sciolse e tutti andarono a casa.

A Bodghaya, Dampa e gli āchārya richiamarono tutti gli Indiani e riferirono le parole di Machig, senza tralasciare niente. Poi decisero di andare a Potari per verificare le sue affermazioni. Furono mandati nella grotta cinquantadue pandita che trovarono il corpo intatto, esattamente come Machig aveva predetto. Lo cremarono secondo le sue istruzioni, e quando apparvero le reliquie, esclamarono: “Questa Machig è veramente un’emanazione della Madre della Saggezza. Nessun dubbio su questo! Dovremmo invitarla qui alla fin fine perché questi barbari di Tibetani non sono degni di lei e la sua incarnazione può sparire!” Divisero le reliquie tra loro come oggetti di devozione, e il diadema dei cinaue Buddha fu conservato a Bodghaya. Dampa e le tre yoghini partirono per Zangri portando con loro la reliquia del cuore fatta a forma di un’immagine di Buddha.

Appena arrivati, essi porsero omaggio a Machig con prostrazioni intere, circumambulando attorno a lei per tre volte e la riempirono di tante offerte.

Machig Labdrön, meravigliosa Madre di (o “della”?) Saggezza, ognuna delle vostre parole sono risultate credibili, senza un singolo errore. Vi abbiamo anche portato l’immagine del Buddha trovata tra i resti del corpo.”

Tutti i presenti che venivano dall’Amdo, dal Tibet Centrale e dal Kham furono pieni di gioia e Machig diede la benedizione a tutti. Dampa chiese di tenere la reliquia come supporto per la sua meditazione e la portò con sé a Latö.

Sia gli Indiani che i Tibetani furono còlti da una fede incrollabile e persino i detrattori di Machig, ora liberati da tutti i loro dubbi persistenti, le fecero omaggio. In questo modo la dottrina del Chöd, che sradica le forze demoniache, divenne famosa e fu propagata per tutto il Tibet e l’India. Quando gli Indiani estesero il loro invito (a Machig), di andare e sistemarsi in India, Machig replicò: “Per me andare in India non sarebbe di alcun beneficio per gli esseri. Ora è giunto il momento di guidare i miei bravi discepoli qui in Tibet. Nel corso di questa vita attuale, non andrò in India. Voi siete Indiani e l’India è la culla di tutti i buddha e dei loro insegnamenti. Al momento, il Buddhismo dell’India viene propagato in Tibet e questo è il luogo in cui farlo prosperare. Prima, neanche un singolo insegnamento del Tibet divenne famoso in India. Ma siccome io sono nata spesso nel vostro paese, abbiamo connessioni karmiche. Questa volta sono nata in Tibet dove insegno una preziosa tradizione a voi sconosciuta, chiamata il Chöd di Mahāmudrā. Questa tradizione, che ora è famosa persino nelle più remote valli della Terra delle Nevi, dovrebbe essere trasmessa anche a voi.”

In questo modo, gli insegnamenti straordinari nati nella mente di Machig furono portati in India.

Machig studiò e realizzò le parole concise, medie ed estese del Buddha. Studiò alla perfezione il capitolo sui dèmoni, in particolare insegnamenti come questi:

L’attaccamento a qualsiasi tipo di fenomeno,

Dalla forma più grossolana all’onniscienza,

Dovrebbe essere concepita come lo scherzo di un dèmone.

e

La forma non è né bianca,

Rossa, blu o verde…

La forma è vuota di presenza,

Vuota di apparenza,

Vuota di cessazione.

e

Tutti i fenomeni sono equanimità;

La Perfezione della Saggezza stessa è equanimità.

E così via. Avendo ottenuto la liberazione tramite questi insegnamenti, (Machig) meritò la straordinaria esperienza di eliminare neturalmente i quattro dèmoni,38 e poi insegnò queste esperienze estremamente profonde attraverso testi come (1)La Grande Raccolta dei Precetti del (Chöd); (2) La Grande Raccolta dei (Precetti) Avanzati; (3)La Grande Raccolta della Quintessenza (dei Precetti del Chöd); (4) Le Appendici; (5) La Grande Raccolta delle Istruzioni Essenziali; (6) Risposte ai Detrattori; (7) Gli Insegnamenti del Segno Segreto; (8) I Tre Cicli di Recitazione; (9) Usare la Terra come Sentiero; e (10) Istruzioni Orali Particolari.39 Questi dieci testi furono portati in India. Gli Indiani, ora spinti da una fede sincera in questo insegnamento, anche lo praticarono, e, in questo modo, una tradizione tibetana fu propagata in India.

Questa tradizione, nata dalle esperienze meditative di Machig, uscirono da lei ramificati in diversi lignaggi, alcuni nella linea della famiglia attraverso lei e i suoi figli e figlie, alcuni come i lignaggi spirituali dei centosedici detentori dei suoi insegnamenti, e così via, ma di questi lignaggi lei è l’unica e sola fonte.40

I numerosi insegnamenti sulla Perfezione della Saggezza che (Machig) trasmise in un modo non-sistematico consentirono ai suoi 1.263 discepoli di conquistare maturità e di raggiungere la liberazione. Tra loro c’erano: Tongdé Dagyi Wangchuk, Drölde Gyalwé Jungné e i suoi sedici discepoli principali, detentori della tradizione. Questi, a loro volta, diventarono una fonte inesauribile di bene per gli altri. Machig, inoltre, aiutò innumerevoli pazienti affetti da malattie fisiche e mentali e guarì completamente 437 lebbrosi che riacquistarono il loro aspetto originario. (Machig) li guidò sul sentiero verso la liberazione che diventò la fonte di incredibili benefici.

Infine, all’età di novantanove anni, Machig entrò nella sfera della beatitudine.

Quando aveva quarantaquattro anni, suo figlio Drupa si era ficcato nei guai e andò a trovarla. Avendo notato che (il figlio) era pronto per un progresso spirituale, (Machig) lo aveva istruito. Lui aveva preso i voti di praticante laico sotto il nome di Gyalwa Döndrup. All’età di quarantotto anni, egli ottenne la realizzazione e dimostrò grande creatività esprimendo la sua realizzazione (componendo) canti spirituali.

Gyalwa Döndrup aveva due figli: il più grande, Tsangwang Gyel si sposò e il più giovane, Khambu Yalé, divenne un monaco. In cambio, Tsangwang ebbe tre figli: il più grande, di nome Dampa Tönchung, e il più giovane, Kyémé Ösel Chenpo. Quanto al figlio di mezzo, conosciuto come Thönyön Samdrup, durante un dibattito che lo lasciò senza parole, era nata sua figlia. Fu chiamata Lentogma (Illuminante Risposta) ed era un’emanazione di Machig Labdrön. Ella diffuse il Chöd di Mahāmudrā e il lignaggio fiorì sempre più.