Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità – II

Kandro-là: È perciò indispensabile comprendere la natura del sorgere dipendente perché questa è la medicina contro l’attaccamento e l’odio.

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 18 maggio 2024 mattino. Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Il soggetto del nostro incontro è il sentiero che unisce bodhicitta e vacuità. Lo affronterei in modo semplice in modo che si possa tradurre in un comportamento conseguente nella vita quotidiana.

Non utilizzerò i termini dei grandi trattati che, ad esempio, parlano di base, sentiero e risultato, proprio perché il Dharma va praticato in ogni istante, non userò questi termini.

Ad esempio, quotidianamente usiamo il nostro livello di saggezza, d’intelligenza per la ricerca della verità. Così, d’altra parte, proviamo dei sentimenti che ci portano a prenderci cura delle persone malate, bisognose.

E sono sentimenti molto preziosi.

Anche se proviamo questi sentimenti d’amore e compassione, grazie all’intelligenza che abbiamo, tutto ciò non sembra che ci porti alla felicità.

Perché?

In ogni istante dobbiamo affrontare problemi e pensiamo a situazioni che dobbiamo affrontare, il che non ci porta di certo felicità.

Quindi questi sentimenti preziosi e questa saggezza vanno sviluppati.

Perciò, per farla diventare la saggezza insuperabile, dobbiamo guardare la saggezza ed intelligenza che ora abbiamo per capire perché e come è afflitta. E dobbiamo cercare di superare questa situazione.

Perché pur avendo, noi e tutti gli esseri, saggezza ed intelligenza, incontriamo tantissime sofferenze?

Per farlo dobbiamo capire come l’intelligenza è velata dall’ignoranza, che ci oscura la vera realtà. L’ignoranza ci oscura dal vedere la natura del soggetto.

Non solo, ma concepisce una realtà che non è effettiva ma è illusoria.

Cosa fa l’ignoranza?

Ci fa concepire quel che vediamo, quel che proviamo in modo distorto, ci attacchiamo alle cose che crediamo attraenti, al nostro stesso corpo ed in tal modo si genera l’afferrarsi al sé.

Generalmente non andiamo a capire ciò, non lo verifichiamo.

Perciò è un realtà molto difficile da capire.

Tutto cio che crediamo sia realtà è solo apparente, il che non è da oggi, ma dipende da tempo senz’inizio, per cui l’abitudine a questa visione distorta è totale.

Tale ignoranza continua a produrre in noi emozioni distruttive che ci portano incessantemente esperienze di grande sofferenza.

Come elimino l’attaccamento e l’odio?

Rendendomi conto che le cose sono in continuo cambiamento: che nascono, crescono e si distruggono. Il tutto avviene in modo interdipendente. Di conseguenza cambiano anche le mie sensazioni.

Allora non esiste più ciò che è buono e cattivo, attaccamento ed odio?

Ma tutto cio che esiste, lo concepiamo come esistente dalla sua parte, come vero, stabile, indipendente. Ma non è così. Tutto ciò che credevamo stabile, eterno è invece momentaneo e questo fraintendimento ci porta una catena infinita di sofferenze.

Invece tutti i fenomeni esistono come sorgere dipendente.

Comprendendo la realtà di questi fenomeni, si comprende che gli oggetti di queste sensazioni sono completamente privi di qualunque tipo di indipendenza.

È in questa natura profonda del sorgere dipendente che tutti i fenomeni, sia del samsara che delle terre pure, dove non esiste un quuantum di sofferenza, esistono.

Tutto appare nel vasto espanso del sorgere dipendente, come ciò che è impuro e puro.

Per far sorgere questa meravigliosa saggezza, dobbiamo innanzitutto renderci conto che per noi l’aspetto piu importante è la coscienza sensoriale, infatti noi utilizziamo quasi del tutto le coscienze sensoriali esclusivamente in relazione ai loro oggetti.

Non riusciamo ad utilizzare una mente vasta perché siamo sempre ai livelli sensoriali degli oggetti, e non riusciamo a muoverci nel profondo.

Ma il livello cognitivo è quello mentale. Tuttavia, anch’esso è preso dalle sensazioni.

Invece quindi di volgere lo sguardo al di fuori di noi, dovremmo guardare dentro di noi.

È estremamente importante scoprire, vedere la nostra coscienza mentale.

E lo comprendiamo quando ci addormentiamo e tutte le coscienze sensoriali si dissolvono per lasciare il campo alla coscienza mentale.

Se siamo indifferenti a tutto ciò, senza occuparci della realtà del corpo e della mente, tutto ciò diventa preoccupante.

E, se l’andiamo a cercare, non troviamo né nel nostro corpo, né in quello di altri umani od animali, quella realtà solida ed eterna che ritenevamo tale. Troviamo invece molecole, cellule, atomi e particelle sempre più piccole in continuo movimento che nulla sembrano aver a che vedere con quella realtà solida immutabile su cui ci eravamo fissati.

Qual’è la realtà di tutti noi?

È il mondo, la nostra casa, che è data da atomi e da particelle ancora molto più piccole che si formano per vibrazioni di interdipendenza, che sono in continuo mutamento, perché tutto dipende da cause e condizioni. Ed in questa realtà incostante ci costruiamo tanti muri: il mio corpo, la mia casa, la mia famiglia, la mia terra, la mia città, la mia nazione.

Anche il nostro corpo è un’abitazione, l’abitazione della nostra mente che se ne libera, si distacca dal corpo al momento della morte.

Ecco perché è possibile distinguere corpo e mente.

E la mente?

Da dove viene?

Quando nasciamo: da dove viene la mente?

Viene dalle vite passate.

Ma questa risposta va bene per chi crede nelle vite passate.

Ma per chi non ci crede?

È la mente che sperimenta, non la materia.

Sei sicuro che chi credi sia il tuo nemico non riascerà diversamente?

Non abbiamo avuto nessuna libertà della nascita e della morte, tutte queste certezze non esistono.

Ma l’intelligenza che abbiamo è disturbata, è afflitta e non ci fa bene seguirla ciecmente.

Non ci porta a nessun risultato positivo.

Continuamente siamo a livello di coscienze sensoriali: sono loro a farci decidere, sono completamente afflitte, sbagliate.

Me se questa concezione distorta non la riconosci, non riesci a lasciarla.

Se usi la saggezza incontaminata per investigare la realtà ed il sorgere dipendente, le tue conclusioni sono valide. Se usi questa saggezza giungi a valide conclusioni, perché è in accordo alla realtà.

Viceversa, la saggezza contaminata è un’intelligenza oscurata dalle afflizioni mentali, mentre la natura profonda della nostra mente è luminosa è chiara luce, cognitiva. La mente stessa è libera da contaminazioni. La mente stessa è preziosissima, ma va liberata da qualsiasi contaminazione.

Inoltre, se la osserviamo, questa distorsione totale è ridicola.

Tutto ciò sorge, scompare, va e viene ma è illusorio.

Guardiamo lo scorrere incessante delle stagioni, tutto è come in un sogno. Eppure ci afferiamo a questa rappresentazione come il vero. Il che è ridicolo.

Osserviamo come si forma il corpo, come interagiscono gli atomi, la crescita del feto e si diventa adulti e si muore. Questi atomi che compongono il corpo sono in continuo cambiamento. E noi continuiamo ad afferrarci agli aspetti esteriori con attaccamento ed avversione. Il che è completamente ridicolo rispetto a come è la effettiva realtà.

Tutto dipende dalla saggezza contaminata. Tutto dipende da noi e facciamo tutto in relazione a noi stessi. Vogliamo tutto per noi e proviamo odio ed avversione per gli altri. Ma nulla esiste in questo modo.

Vi sembra un modo che ci porta ad essere felici?

Se utilizziamo la saggezza per osservare la vita e gli esseri senzienti nel loro divenire, allora ci rendiamo conto che era tutto falso ritenere quella realta come immutabile.

Per capire come le due concezioni sono in opposizione, dobbiamo capire la realtà del sorgere dipendente. È questo il modo corretto di concepire la realtà.

Pensiamo generalmente che quel ci appare è il vero. L’oggetto piacevole scatena quindi l’attaccamento. Viceversa quello che non ci piace scatena l’avversione.

Approfondendo e chiarendo la nostra visione, rendendoci conto della falsa percezione, l’attaccamento viene meno, come pure l’avversione e di conseguenza l’odio.

È estremamente importante capire la realta della mente.

Quindi mente e corpo sono interdipendenti, così come la materia dipende dagli atomi.

Il nostro pensiero, qual’è la sua natura?

La differenza tra la nostra coscienza e quella del Buddha è che la nostra è disturbata, mentre quella del Buddha non lo è. Il che per noi dipende dall’ignoranza che ci impedisce di vedere la vera realtà.

Dobbiamo rivolgere la nostra attenzione allo sviluppo di questa saggezza che comprende che tutto appare, sorge e si disintegra.

Comprende anche che le esperienze positive maturano sulla base delle virtù, sulla base della saggezza che comprende la vera realtà.

Andando a livelli sempre più sottili è una realtà che puoi ottenere, è dentro di te e comprendi che tutti i fenomeni sono vuoti d’esistenza intrinseca, che puoi nascere nelle terre pure dove nulla è negativo. Il che è ottenibile comprendendo la saggetzza meravigliosa.

Cosi la mente comprende che anche in sé stessa non c’è nulla di afferrabile e comprende la felicità, quella inesauribile e con la bodicitta produce il beneficio universale, pone e realizza le cause per il benessere altrui. Tutto è in continuo cambiamento e distruzione. Anche il corpo è sostenuto dalla natura stessa. Il corpo è come un fiore che sboccia ed appassisce. Così lo dobbiamo mantenere bene. Ma sappiamo che appassirà come il fiore.

Ma sarà diverso se sarò guidato dalla mente di consapevolezza e dall’etica.

Viceversa, concependo il corpo come veramente esistente, immutabile, allora l’attaccamento esploderà sempre più, anche in famiglia.

Cosa è bello, cosa porta beneficio?

La pazienza, compassione, l’attenzione per gli altri.

Il corpo non rimane, si distrugge, mentre la mente non si distrugge. Quindi è bene coltivare sempre più la vera natura della nostra mente, questa è la vera bellezza.

È perciò indispensabile comprendere la natura del sorgere dipendente perché questa è la medicina contro l’attaccamento e l’odio.

Colophon

Questa prima bozza d’appunti, a cura del Dott. Luciano Villa MD, nell’ambito del Programma Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, sui preziosi insegnamenti della Ven. Khandro-là, è da ritenersi provvisoria, quindi lacunosa, con possibili errori, nonché imperfezioni, anche rilevanti, e non rappresenta affatto una trascrizione letterale delle parole che la Ven. Khandro-là espresse direttamente o tradotte dal tibetano in italiano da Fabrizio Pallotti, ma semplicemente un limitato spunto di riflessione.