Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità – I

Kandro-là: Tutti i problemi vengono dalla saggezza contaminata dalle afflizioni mentali, perciò è indispensabile dirigere qui la nostra attenzione.

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 17 maggio 2024 Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Sono molto felice di trovarmi qui con tutti voi, insieme, in questo Centro, l’Istituto Lama Tzong Khapa, che è anche un centro del nostro lama: Lama Zopa Rinpoche. Ma, siamo allo stesso tempo molto dispiaciuti per la sua scomparsa, siamo come dei bimbi che hanno perso la madre.

Perciò tutti noi dobbiamo avere una fortissima attitudine a servire, a praticare con sforzo il Dharma profondo senza disperarsi. Dovremmo sempre avere una forte attenzione per quel che facciamo, sia che pratichiamo il dharma che nelle nostre attività quotidiane, in modo di sforzarci che siano tutte improntate da motivazioni pure.

La motivazione pura è quella migliore. Ma, non basta, la nostra attitudine mentale deve essere vasta e lungimirante, così saranno sempre più vaste le nostre azioni generate da pura motivazione.

Tutti gli esseri umani e non umani, indistintamente che siano umani od animali, che vediamo e che non vediamo, sono esattamente come noi: non vogliono essere infelici ma desiderano ardentemente la felicità. Proprio per questo motivo ci troviamo qui e porteremo avanti le nostre attività.

Per eliminare in modo irreversibile tutto la sofferenza degli esseri solo i Tre Rari e Supremi, i Tre Gioielli, perciò recitiamo ora la Presa di Rifugio e la Mente d’illuminazione. Cio che incarna i Tre Gioielli, di tutti i Buddha dei Tre Tempi è il nostro Guru Radice cui chiediamo benediszioni per conseguire il nostro scopo. Questa è la nostra richiesta: “Fai in modo che mi possa liberare da tutte le distorsioni, le incomprensioni, che mi possa distogliere dalla natura delle distorsioni e che il sentiero sia libero da ogni ostacolo e che tutto cio possa diventare la saggezza trascendentale, benedicimi affinche sia libero da ogni distorsione”.

Il soggetto di questi giorni è il sentiero che integra la mente d’illuminazione e la vacuità, la vera realtà, e cercheremo di completare questo compito e ve ne sono grata.

Cosa vuol dire tutto cio?

Che dobbiamo essere liberi da qualsiasi esperienza di sofferenza ed essere viceversa tutt’uno con ogni esperienza di felicità. E dovremmo essere perciò immersi nella visione ed azione per conseguire il nostro scopo e, di conseguenza, portare avanti il nostro comportamento.

Se viceversa non riconosciamo la visione che ci spinge il nostro comportamento corretto, ciò rimarrà solo a livello di visione, ma non penetra in noi, non è il cambiamento auspicato: non è la via della felicità.

Il contesto della visione ed azione del modo di pensare e comportamento avviene in noi e, portato allo stato finale del Buddha, è l’onniscienza, è la Grande Compassione, è lo stato di Buddha.

Il termine tibetano Sanghie o Sangye è il Buddha: non è solo una realtà diversa da noi. Il prefisso tibetano san, che significa essere purificato, è portare alla luce e manifestare la profonda natura che è già presente in noi. Ecco che diventa qualità infinita, ed otteniamo così il sentiero che ci libera da tutte le oscurazioni.

Cio che invece portiamo avanti costantemente nella nostra vita è un modo di pensare completamente sbagliato che ci porta ad azioni miserabili, mentre è la corretta visione profonda che esprime la generazione della compassione infinita, della saggezza, dell’amorevole gentilezza. E sono già tutte qualità dentro di noi, ma sono oscurate appunto dalla visione distorta.

Percio il nostro maestro, il Buddha, insegnò le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 che ci introducono subito nella realtà della sofferenza, dopodichè ci insegnò l’origine, il karma https://www.sangye.it/altro/?p=9960 e le afflizioni mentali https://www.sangye.it/altro/?p=11813, quindi ci mostra la cessazione, il sentiero che ci porta alla cessazione https://www.sangye.it/altro/?p=9633, alla liberazione delle afflizioni stesse.

E, nel Secondo Giro della Ruota del Dharma, ci mostra quindi la natura profonda della nostra mente, come l’ignoranza ci oscura, in base alle predisposizioni diverse degli individui ed ha spiegato il metodo che dissipa gli ostacoli e che ci porta quindi alla felicità, o cian ciub in tibetano, o all’essere totalmente sviluppato.

Quando parliamo di vacuità o dello stato completo di liberazione, per comprenderli ed applcarli nel quotidiano dobbiamo aprire le porte alla saggezza perfetta.

Non è che non abbiamo saggezza o intelligenza, certo che l’abbiamo.

Ma la saggezza che usiamo tutti i giorni è contaminata dalle afflizioni mentali.

Impieghiamo la nostra saggezza in base alle esperienze sensoriali derivanti dalle sensazioni sensoriali stesse.

Ma ciò funziona, ci porta alla felicità?

Per nulla!

Perché tutto ciò su cui facevamo affidamento in termini contingenti è soggetto al cambiamento e ci rimane la sua natura, la sofferenza.

Non abbiamo, perché oscurati, il minimo sentore della saggezza perfetta: quella della grande compassione e della visione profonda.

La nostra saggezza si sbaglia completamente perché distorta, oscurata dalle afflizioni mentali.

Dov’è il sentiero della felicità che porta bodhicitta se non è sostenuto dalla visione profonda.

Sia che pratichiate o meno il dharma, l’apertura della saggezza perfetta è uguale per tutti.

Non importa quanto ci sforziamo per ottenere la mente d’illuminazione, e sarà molto difficile.

Tutti i problemi vengono dalla saggezza contaminata dalle afflizioni mentali, percio è indispensabile dirigere qui la nostra attenzione.

L’energia prodotto dal nostro incontro dal riflettere su tutto ciò, è come quella espressa nel Sutra del Diamante https://www.sangye.it/altro/?p=206 è l’aspirazione alla mente d’illuminazione affinche tutti i conflitti, le sofferenze possano essere pacificati e che tutti i maestri, che senza destinzioni dedicano il proprio impegno a beneficio degli altri, possano conseguire la liberazione e la felicità, possano continuare vivere per un tempo indefinito senza ostacoli.

Colophon

Questa prima bozza d’appunti, a cura del Dott. Luciano Villa MD, nell’ambito del Programma Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, sui preziosi insegnamenti della Ven. Khandro-là, è da ritenersi provvisoria, quindi lacunosa, con possibili errori, nonché imperfezioni, anche rilevanti, e non rappresenta affatto una trascrizione letterale delle parole che la Ven. Khandro-là espresse direttamente o tradotte dal tibetano in italiano da Fabrizio Pallotti, ma semplicemente un limitato spunto di riflessione.

Khandro-la è la Medium di Stato dell’Oracolo Tenma (le Dee Tenma sono dodici divinità guardiane del buddismo tibetano). Il titolo datole da Sua Santità il Dalai Lama è “Rangjung Neljorma” dakini auto generata. Sua Santità il Dalai Lama è il creatore della felicità di tutti gli esseri senzienti” ha detto Lama Zopa Rinpoche “La responsabilità di Khandro-la è di servire Sua Santità. È venuta dal Tibet per servire Sua Santità. Sapete, senza di lei penso che probabilmente vivremmo un momento molto difficile”. Khandro-la ha affrontato incredibili difficoltà quando ha lasciato il Tibet e il fatto di diventare rifugiata per cercare di incontrare Sua Santità è stato un percorso con grandi ostacoli. Ora è una portavoce ricercata in tutto il mondo per la sua saggezza, compassione, luce e amore. https://www.rigzindrubde.org/