Geshe Chekawa: L’addestramento mentale in sette punti. Edizione annotata di Togme Zangpo.
Secondo punto: L’addestramento effettivo nella bodhicitta.
L’addestramento nella bodhicitta più profondo.
Pondera che i fenomeni sono come un sogno. Vedi distintamente la natura fondamentale della consapevolezza che non ha nessuna nascita. L’opponente stesso si libera da solo nel proprio posto. La natura essenziale del sentiero è di stabilizzarsi in uno stato della base onnicomprensiva. Tra le sessioni, agisci come una persona illusoria.
L’addestramento nel bodhichitta convenzionale
Addestrati sia nell’offrire che nel ricevere, alternandoli, agganciando questi due al respiro.
(Riguardo ai) tre oggetti [quegli esseri che trovo attraenti, non attraenti, o neutri], (ricevi) i tre atteggiamenti tossici [il desiderio bramoso, la repulsione, o l’ingenuità] e (offri) le tre radici di ciò che è costruttivo [distacco, imperturbabilità, o assenza di ingenuità], (mentre) ti addestri con le parole in tutti i sentieri del comportamento.
Quanto all’ordine di ricevere, devo cominciare da me stesso.
Terzo punto: Trasformare le circostanze avverse in un sentiero per l’illuminazione
Trasformarsi con i nostri pensieri riguardanti il nostro comportamento
Quando l’ambiente e i suoi abitanti sono pieni di forze negative, devo trasformare le condizioni avverse in un sentiero per l’illuminazione, scacciando una cosa [l’atteggiamento per cui ho cura solo di me stesso] che (possiede) tutta la responsabilità e meditando con grande gentilezza verso chiunque.
Trasformarsi con i nostri pensieri riguardanti la nostra visione
La vacuità, dal meditare sulle apparenze ingannevoli come i quattro corpi di buddha, è il protettore senza pari.
Trasformarsi con le nostre azioni
Il metodo supremo implica quattro azioni da utilizzare, [(1) accumulare forza positiva, (2) purificarmi dalla forza negativa, (3) fare offerte a spiriti malvagi, e (4) richiedere l’influenza illuminante dei protettori del Dharma]. (Quindi) devo applicare istantaneamente alla meditazione qualunque cosa che potrò incontrare.
Quarto punto: Sintesi della pratica in una vita
Durante la nostra vita
In breve, l’essenza degli insegnamenti quintessenziali è di applicare le cinque forze [(1) l’intenzione, (2) il seme bianco, (3) l’abituarsi, (4) eliminare tutto in una volta, e (5) la preghiera].
Al momento della morte
L’insegnamento quintessenziale per il trasferimento Mahayana della mente consiste nelle cinque forze stesse, mentre dò importanza al mio sentiero della condotta.
Quinto punto: L’indicazione di aver addestrato le nostre menti
Se tutta la mia pratica di Dharma si raccoglie in una sola intenzione [di eliminare l’interesse egoistico]
Se, tra i due testimoni [gli altri e me stesso], io considero [me stesso come] il principale [per controllare se sono diventato (1) un essere dal cuore grande, che pensa principalmente agli altri, (2) un grande essere addestrato nel comportamento costruttivo, (3) un grande essere in grado di sopportare le difficoltà di superare le mie negatività, (4) un grande detentore della disciplina di mantenere i miei voti, (5) un grande yogi, unito all’obiettivo di bodhichitta]
Se posso continuamente affidarmi al fatto che la mia mente sia sempre felice
E se anche distratto sono ancora capace [di non avere nessun sentimento egoistico], allora mi sono formato.
Sesto punto: 18 pratiche che creano una connessione stretta
(1-3) Devo addestrarmi sempre nei tre punti generali: [Non devo contraddire ciò che ho promesso. Non devo cacciarmi in comportamenti oltraggiosi. Non devo cadere nella parzialità].
(4) Devo trasformare le mie intenzioni, ma rimanere normale.
(5) Non devo parlare degli aspetti difettosi o deteriorati (degli altri).
(6) Non devo rimuginare sui (difetti) degli altri.
(7) Devo purificare prima me stesso da qualunque emozione disturbante sia la più grande.
(8) Devo sbarazzarmi dalle speranze per risultati.
(9) Devo abbandonare cibo avvelenato.
(10) Non devo affidarmi (ai miei pensieri disturbanti) come il mio pilastro eccellente.
(11) Non devo volar via in giochi cattivi.
(12) Non devo tendere un’imboscata.
(13) Non devo denigrare (qualcuno) riguardo a un punto delicato.
(14) Non devo spostare il carico di uno dzo addossandolo a un bue.
(15) Non devo fare una gara.
(16) Non devo rovesciare l’amuleto.
(17) Non devo fare sì che un dio scenda [al livello di] un demone.
(18) Non devo cercare la sofferenza (per gli altri) come un’aggiunta per la (mia) felicità.
Settimo punto: 22 punti su cui allenarsi
(1) Devo compiere tutti gli yoga con un’unica [intenzione – per essere più capace di aiutare gli altri].
(2) Devo compiere tutte le demolizioni di ciò che è distorto con una [pratica – dare e prendere].
(3) All’inizio e alla fine, devo avere le due azioni [l’intenzione di essere più capace di aiutare gli altri e la dedica della forza positiva].
(4) Qualunque dei due accada [che le cose vadano bene o le cose vadano male], devo agire con pazienza.
(5) Devo proteggere i due al costo della mia vita [i miei impegni spirituali in generale, e specificatamente, queste pratiche e i punti su cui addestrarsi].
(6) Devo addestrarmi nelle tre cose difficili [essere consapevole di quali siano gli opponenti, essere consapevole di applicarli, essere consapevole di mantenerli].
(7) Devo prendere le tre cause principali [per essere capace di praticare questi punti – incontrare maestri spirituali di questi punti, applicare i loro insegnamenti, ottenere le circostanze favorevoli].
(8) Devo meditare sulle tre cose da non diminuire [fiducia e apprezzamento dei miei maestri spirituali, disponibilità a praticare i loro insegnamenti, stabilità nel mantenere queste pratiche e addestramenti].
(9) Devo possedere i tre inseparabili [che il mio corpo, parola, e mente siano inseparabili dall’aiutare gli altri].
(10) Devo agire in modo puro, senza parzialità verso gli oggetti.
(11) Devo amare (l’applicazione di) un addestramento vasto e profondo verso ogni cosa.
(12) Devo meditare sempre su quelli messi da parte (come vicini).
(13) Non devo essere dipendente da altre condizioni.
(14) Devo praticare principalmente ora.
(15) Non devo avere comprensioni ribaltate.
(16) Non devo essere intermittente.
(17) Devo addestrarmi risolutamente.
(18) Devo liberare me stesso mediante sia l’indagine che l’esame.
(19) Non devo meditare con una sensazione di perdita.
(20) Non devo limitarmi con l’ipersensibilità.
(21) Non devo agire semplicemente per un po’.
(22) Non devo desiderare (nessun) ringraziamento.
Versi finali
(Così,) devo trasformare in un sentiero per l’illuminazione
questo (tempo in cui) i cinque deterioramenti
[della vita, delle emozioni disturbanti, della prospettiva, degli esseri e del tempo] sono dilaganti.
Quest’essenza del nettare di insegnamenti quintessenziali
è nel lignaggio da Serlingpa.
Dal risveglio dei residui karmici
provenienti dall’essersi precedentemente addestrato,
la mia ammirazione (per questa pratica) abbondava.
E grazie a tale causa, ignorando la sofferenza e l’insulto,
io richiesi le istruzioni per domare il mio afferrarsi al sé.
Ora anche se muoio, non ho nessun rimpianto.
“Blo-sbyong don-bdun-ma” di Geshe Chekawa (dGe-bshes ‘Chad-kha-ba), edizione di Togme Zangpo (Thogs-med bzang-po), tradotto da Alexander Berzin; traduzione italiana a cura di Claudio Li Calzi. https://studybuddhism.com/it/buddhismo-tibetano/testi-originali/testi-sutra/l-addestramento-mentale-in-sette-punti