Ghesce Gedun Tharchin: L’essenza del Libro tibetano dei morti

Che gli elementi dell’arcobaleno non mi appaiano come nemici,
Che io possa vedere le Dimensioni Pure di tutti i Buddha.

L’essenza del Libro tibetano dei morti

Ghesce Gedun Tharchin

La meditazione nella illusione mentale

Tendiamo sempre a cercare la felicità all’esterno, nel mondo esterno, ma il gioiello più prezioso che ci rende esseri intelligenti, consapevoli, saggi, che soddisfa tutti i desideri, terreni e spirituali, e che non si può comprare in un supermercato e nemmeno nella gioielleria più prestigiosa, si può trovare solo in noi stessi ed è il tesoro inestimabile che ogni essere umano possiede naturalmente.

Non c’è bisogno di scavare freneticamente nel terreno o di spendere tutte le energie per trovarlo, basta essere spontanei, rilassati, in uno stato mentale che in tibetano si chiama Rang-Bab, che significa essere semplici nella quiete della propria naturalezza, e Nel-So, che rivela uno stato di totale rilassamento. Queste sono le due condizioni già insite nella natura umana scandite nel respiro calmo che infonde pace al corpo e alla mente e costituiscono la pratica di base per la ricerca interiore della gemma preziosa che ci permette di sperimentare concretamente nel corpo e nella mente la realizzazione di tutti i veri desideri che fanno crescere.

Mente e corpo non sono due entità separate o, peggio ancora, contrapposte, ma sono indissolubilmente connesse e interdipendenti, esiste una vera e propria trasformazione del corpo in spirito e dello spirito in corpo, non c’è divisione tra fisica e metafisica, come è stato dimostrato anche dalla scienza moderna e già affermato nell’antico buddhismo con la conoscenza e la descrizione del corpo di arcobaleno che simboleggia il penultimo stato di transizione della materia che inizia a trasformarsi in Pura Luce.

È importante meditare con questa visione unificata di sé in rilassatezza e naturalezza, senza costruire artificialmente alcuna separazione ingannevole; il corpo fisico e quello spirituale sono il laboratorio dove si forma l’essenza della nostra esistenza, il nostro respiro, la nostra mente. Non si tratta di fantasie, di sogni, ma di risultati concreti raggiungibili nella meditazione consapevole, rilassata e naturale, sia nella condizione presente di questa stessa vita, sia nella continuità di quella che sarà. Eppure è così difficile per noi abbandonare ogni resistenza e lasciare che la mente si culli nel ritmo della respirazione profonda e il corpo si rilassi armoniosamente, e questa rigidità è la causa della nostra sensazione di stanchezza costante.

I principali ostacoli che producono questa incessante agitazione che limita la nostra esistenza sono espressi in tibetano da due parole: Rewa e Dhogspa, sinteticamente fuse in un unico termine Re-Dhogs. Rewa può essere tradotto come “aspettativa” e indica quella tensione verso ogni evento presente e futuro, schiacciata dalle preoccupazioni per questa vita e dalla costante paura per le prossime possibili vite, una tensione assurda che ci fa vivere in costante insoddisfazione e preoccupazione, accompagnandoci fino alla morte, che raggiungeremo affrontando il secondo ostacolo, Dhogs-Pa, cioè con il dubbio, la sfiducia, la paura.

I pensieri illusori, rNam-rTog

Un altro termine è rNam-rTog, pensiero illusorio, che indica la nostra propensione a costruire, pur su basi di per sé vere, edifici di carta del tutto ingannevoli, e da questa visione errata derivano le paure, i demoni che condizionano tutta la nostra esistenza.

Il più grande yogi tibetano, Milarepa, che ha colto appieno il valore spirituale del Dharma, affermava che l’unico nemico è il risultato delle nostre illusorie costruzioni.

La maggior parte delle aspettative artificiali che suscitiamo sono irrealizzabili, inconsistenti, così come le paure, i dubbi, i sospetti, tutto è unicamente frutto delle nostre fantasie. Per non cadere in ulteriori inganni, è molto importante imparare a distinguere le aspettative delle aspirazioni e i dubbi che ci dominano costantemente dalle domande giuste. Se non abbiamo una chiara visione di questa differenza sostanziale, cadremo nell’inganno dei desideri e delle incertezze che elaborano le false domande.

È quindi indispensabile essere sempre vigili e analizzare consapevolmente la propria interiorità con concentrazione, moralità e saggezza, perché le aspettative e i dubbi sono il risultato dell’assenza di queste qualità. L’aspirazione che conduce alla giusta domanda si basa sulla concentrazione consapevole nella moralità e nella saggezza; è il sentiero che induce il rilassamento spontaneo della mente e del corpo nel loro stato naturale, mentre tutte le false aspettative aumentano l’agitazione e l’insoddisfazione. Gli ostacoli più grandi sono quindi i pensieri illusori pieni di Re-Dhog, aspettative, dubbi, sospetti, e possono essere superati solo nella paziente pratica spirituale quotidiana basata sulla consapevolezza di quelle aspirazioni reali che pongono le giuste domande.

Le condizioni di vita sono diverse per ogni individuo, ma i valori spirituali sono assolutamente uguali per tutti gli esseri umani e tutti hanno le stesse opportunità di realizzarli. È proprio questa costante ricerca interiore che ci riporta costantemente alla bellezza di ogni momento della vita e alla potenza dell’esperienza profonda che faremo nella morte, ed è per questo che è sempre importante affrontare con lucidità e apertura mentale il processo del morire, evento che accadrà e che non deve trovarci impreparati. Invece, il pensiero della morte generalmente terrorizza e viene inesorabilmente e scioccamente rimosso dai popoli più ricchi e pragmatici, sempre proiettati sul dover “fare” con frenesia e profitto, piuttosto che sulla necessità di voler “Essere”, come la realtà europea e nordamericana. Nelle antiche culture tribali asiatiche e persino africane, invece, la morte è considerata un aspetto della vita che viene accolto con rispetto e sacralità, viene osservata profondamente e mai nascosta.

Il Libro Tibetano dei morti, Bar-do Thos-grol

Perché è così importante saper affrontare la morte con maturità e consapevolezza? Perché è un evento intrinseco e sacro della vita stessa, al pari della nascita, e per questo il grande maestro Padma Sambhava, compose nell’VIII o IX secolo il prezioso testo del “Bar-do Thos-grol” il cui significato letterale è -Liberazione della mente attraverso l’ascolto di questo insegnamento-, ma impropriamente tradotto nelle lingue occidentali con il più misterioso e accattivante titolo “Il libro tibetano dei morti” così da essere quasi paragonato al più famoso testo egiziano. Bar-do è la descrizione dello stato intermedio che segna il processo di transizione tra la vita appena conclusa e quella a venire.

Questo significa che il sottile legame di continuità non si spezza mai veramente, anche la morte, intesa come fine definitiva di tutto, non può esistere. Non è una fine, ma una trasformazione, il passaggio da uno stato all’altro, a un’altra condizione.

I tibetani hanno a lungo approfondito il Bar-do, elaborando i vari passaggi che nella loro tradizione sono molto lineari e semplici. Nella morte c’è innanzitutto una graduale dissoluzione, prima degli aspetti più grossolani della persona, sia fisicamente che mentalmente, per poi passare agli aspetti più sottili e sfumati e questo processo viene descritto nei versi seguenti con termini carichi di significato.

Bar-do nel buddismo tibetano

Il Bar-do, fondamentale per il cammino umano, è lo stato intermedio tra la vita appena conclusa e quella a venire. Il passaggio dalla vita alla morte non avviene in un solo istante, infatti l’essere umano umano sperimenta prima i venti passi della dissoluzione grossolana, fisica, e poi i sei passi della dissoluzione sottile, interiore, che sono i seguenti:

I venti passi della dissoluzione grossolana:

 1. L’aggregato della forma
2. Lo specchio della saggezza
3. L’elemento terra
4. La facoltà dell’occhio
5. La forma dell’oggetto

6. L’aggregato delle sensazioni
7. La saggezza dell’uguaglianza
8. L’elemento dell’acqua
9. La facoltà dell’orecchio
10. L’oggetto sonoro

11. L’aggregato della percezione
12. La saggezza del discernimento
13. L’elemento del fuoco
14. La facoltà del naso
15. L’oggetto odore

16. L’aggregato di formazioni
17. La saggezza onnicomprensiva
18. L’elemento vento
19. La facoltà del linguaggio
20. L’oggetto del gusto

Le sei fasi della sottile dissoluzione interiore:

1) La terra si dissolve in acqua
2) L’acqua si dissolve nel fuoco
3) Il fuoco si dissolve nel vento
4) Il vento si dissolve nella coscienza
5) La coscienza si dissolve nello spazio

6) Le quattro visioni mentre lo spazio si dissolve in luminosità;

  A) Apparenza: L’essenza bianca ottenuta dal padre scende dalla corona e, quando raggiunge il cuore, si verifica quella che viene chiamata “apparenza”. Come segno esteriore, è accompagnata da un’esperienza di bianchezza, come quando la luce della luna riempie un cielo completamente limpido e senza nuvole. Come segno interiore, c’è una chiara esperienza della chiarezza del sé, della coscienza, priva di qualsiasi pensiero grossolano focalizzato sugli oggetti percepiti.

    B) Espansione: quando il sottile elemento rosso della madre sale dalla base del canale centrale, la saggezza dell’apparenza svanisce in “espansione”. Come segno esteriore, la visione rossa si dispiega come un cielo senza nuvole pervaso dalla luce del sole. Come segno interiore, c’è uno stato mentale estremamente chiaro, privo di qualsiasi pensiero grossolano, concentrato su chi percepisce.

    C) Conseguimento: Quando le sottili essenze bianca e rossa si incontrano nel cuore, la saggezza dell’accrescimento si dissolve in “conseguimento”. Attraverso di essa, come segno esteriore, si sperimenta il nero, come la fitta oscurità che cala quando il cielo diventa completamente nero. Come segno interiore, i pensieri estremamente sottili che coinvolgono gli oggetti percepiti e i soggetti percepenti diventano completamente assenti e tutti i concetti distinti basati sull’aspetto esteriore della mente svaniscono, così che, mentre la mente dualistica ordinaria cessa, sorge la saggezza dell’ottenimento.

    D) Luminosità: Quando le essenze sottili del sangue e del respiro, i bindus A e HAṂ e così via, che si trovano all’interno del canale bianco, simile alla seta, nel cuore, si dissolvono completamente, sorge la luminosità del terreno del momento della morte. Come segno esteriore, si ha un’esperienza di vuoto e di chiarezza senza centro né periferia, come un cielo senza nuvole, completamente sereno. Come segno interiore, si rimane nella saggezza co-emergente, non concettuale, completamente non elaborata. Se, dopo aver riconosciuto questo, riuscite a stabilirvi in un’esperienza continua del momento presente, le luminosità della madre e del bambino si incontreranno insieme e sarete liberati nel primo bardo.

La vita nel Bar-do

In questo primo stato, dalla luminosità in cui si sono dissolte le tre visioni, le apparenze si dispiegano gradualmente di nuovo e si forma il corpo del bardo del divenire. Nella prima parte di questo bardo, per quanto lunga possa essere, si ha la forma dell’aspetto della vita precedente, mentre nella seconda metà si assume l’aspetto della vita a venire o dell’eventuale rinascita. Tutte le facoltà sensoriali sono intatte e potete viaggiare ovunque, tranne che nel grembo materno, miracolosamente e senza ostacoli. Siete invisibili a tutti, tranne che a coloro che si trovano nella stessa condizione, cioè agli altri esseri del bardo e a coloro che hanno raggiunto la visione divina.

Poiché avete assunto qualcosa di simile a un corpo di sogno, per esempio, che si genera in un istante e non conosce né la luce né la completa oscurità, questo è noto come il “bardo della semioscurità”. In questo momento è difficile rendersi conto di essere morti, quindi sono stati indicati alcuni indizi che segnalano che ci si trova nel bardo. Per esempio, non si vede il sole o la luna quando si guarda il cielo, non si lasciano impronte e non si proiettano ombre.

In questa fase si verificano esperienze di ogni tipo, sia positive che negative, come risultato di un karma sia buono che cattivo. In particolare, ci sono i quattro cosiddetti “suoni che inducono paura”:

il suono di una montagna che crolla, che proviene dal prāṇan della terra (elemento naturale della vita).

il suono delle onde che si infrangono nell’oceano, che proviene dal prāṇan dell’acqua;

il suono del fuoco che devasta una foresta, che proviene dal prāṇaṇan;

il suono di mille tuoni simultanei, che proviene dal vento prāṇaṇ.

La ricerca della rinascita

I cosiddetti “tre abissi terrificanti” sono i tre abissi bianco, rosso e nero che sono le forme spontanee dei tre veleni. Quando li si vede e ci si cade dentro, si entra nel ventre materno. Questo è anche lo stadio in cui si intraprende la ricerca di un luogo di nascita, si sente il desiderio di una casa e di un corpo, e così via. Possono verificarsi varie visioni, che sono indizi dell’ingresso in un luogo di nascita, con apparizioni come ruote di luce, caverne, cavità vuote, animali maschi e femmine, esseri umani maschi e femmine, e così via.

La preparazione alla liberazione nel Bar-do

All’inizio, quando si ha la certezza che si sta per morire, si devono tagliare tutti i legami e gli attaccamenti maturati in questa vita. È bene confessare dal profondo del cuore tutte le cadute e le rotture del samaya, le azioni dannose e così via, ma con amore e perdono, senza dedicare nemmeno un momento a sentirsi in colpa per le azioni negative compiute o per il bene non dato, non bisogna temere la morte e voler rimanere attaccati a questa vita.

Al contrario, sperimentate la felicità e la gioia e dite a voi stessi: “Ora riconoscerò la Chiara Luce della morte”, oppure, se questo non è possibile, pensate: “Poiché sicuramente userò il bardo come un’opportunità per viaggiare in un regno puro come Akaniṣṭṣhṭ a, Zang Dok Palri o Sukhāvatī, sarò gioioso”. Mantenete, senza mai lasciarvela sfuggire, la forte intenzione e il pensiero: “Viaggerò nei regni puri!”.

Delicatamente, in modo rilassato, mentre vi stabilite in un’esperienza di pratica, fatelo con chiarezza, consapevoli di lasciare andare uno per uno tutti gli aspetti di questa vita. Poiché non potrete praticare nessuna istruzione di Dharma sconosciuta, affidatevi solo alle pratiche di meditazione che sono più chiare per voi in questo momento.

Questi due punti – stabilire una pratica in questo modo e aspirare a viaggiare in una terra pura come Zang Dok Pari – sono insuperabili. In particolare, è assolutamente essenziale formare ripetutamente l’intenzione di viaggiare nella terra pura di vostra scelta. È estremamente importante rendersi conto che anche ora, sia di giorno che di notte, non si deve mai abbandonare questo pensiero.

La preghiera di invocazione per la liberazione sul pericoloso sentiero del Bar-do

“Saluto con rispetto la moltitudine di Guru, Deva, Dākini.
Possa il loro grande amore essere la nostra guida sul sentiero.

Ahimè, mentre sono in preda a una profonda illusione,
sto vagando nella trasmigrazione,
Che i maestri della linea di trasmissione mi guidino.
E la moltitudine dei loro compagni Dākini mi segua
Sul sentiero luminoso, al di là di ogni distrazione,
dell’ascolto dell’insegnamento, della riflessione, della meditazione.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
E di essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre con rabbia feroce
sto vagando nella trasmigrazione,
Che il vittorioso Vajrasattva mi guidi
E il suo compagno Buddha Locanā mi segua
sul sentiero di luce della Saggezza dello Specchio Chiaro.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a un forte orgoglio
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidi il vittorioso Ratnasambhava
E il suo compagno Mamākī seguirmi,
sul sentiero di luce della chiara Saggezza dell’Uguaglianza.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre in preda a un forte attaccamento
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidi il benedetto Amitābha
E il suo compagno Pāndaravāsinī seguirmi,
sul sentiero di luce della chiara saggezza discriminante.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre in preda a una feroce gelosia
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che il benedetto Amoghasiddhi mi guidi
E che il suo compagno Samaya Tārā mi segua
sul sentiero di luce della Chiara Saggezza che realizza le Azioni.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a una profonda ignoranza
sto vagando nella trasmigrazione,
Che il vittorioso Vairocana mi guidi
E il suo compagno Dhātu Iśvarī mi segua
Sul sentiero di luce della Chiara Saggezza del Dhāmātu.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddità, totalmente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a intense visioni illusorie, vago nella trasmigrazione.
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidi la moltitudine dei pacifici e feroci Vittoriani
E la moltitudine degli irati Dhātu Iśvarī mi segua
Sul sentiero di luce dell’abbandono di visioni paurose e terrificanti.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
ed essere condotto allo stato di Buddità
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a forti tracce karmiche
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidino gli Eroi detentori della Saggezza
E la moltitudine delle loro consorti Dākini mi segua
Sul sentiero di luce della Chiara Saggezza Innata.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddità
Completamente perfezionato.

Che l’elemento dello spazio non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la dimensione del Buddha Blu Puro.

Che l’elemento dell’acqua non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Pura Dimensione del Buddha Bianco.

Che l’elemento terra non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Dimensione Pura del Buddha Giallo.

Che l’elemento fuoco non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Dimensione Pura del Buddha Rosso.

Che l’elemento dell’aria non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Dimensione Pura del Buddha Verde.

Che suoni, luci e raggi non mi appaiano come nemici,
Che io possa vedere la Pura Dimensione delle infinite forme pacifiche e feroci.

Che gli elementi dell’arcobaleno non mi appaiano come nemici,
Che io possa vedere le Dimensioni Pure di tutti i Buddha.

Per il potere dei Maestri della linea di trasmissione,
Per la compassione della moltitudine di divinità,
Le infinite forme pacifiche e feroci,
Per l’energia delle mie pure intenzioni,
Possa, qualsiasi cosa io abbia ora invocato, realizzarsi. “

Conclusione

Questa breve presentazione sul Bar-do è stata realizzata utilizzando varie fonti antiche e facilitando la descrizione dei concetti e del linguaggio utilizzato, rendendola più comprensibile. Spero che possa essere utile a molti di voi che sono interessati all’argomento.

ROMA: 19.01.2025

NOTA:Sarei lieto di ricevere qualsiasi suggerimento e feedback per un ulteriore chiarimento e miglioramento del testo. L’autore

Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Impermanenza e morte.

Lama Zopa Rinpoce: Se si ha una casa che rischia di subire dei danni da un’inondazione è saggio controllare in anticipo quanto è grande il pericolo che si corre.

Lama Zopa Rinpoce: Impermanenza e morte.

Quanto è lunga la vita?

La vita è così fragile, la sua natura è transitoria. Si può vedere come cambia anche in un solo anno, in un mese, in una settimana, un giorno, un’ora, un minuto e di secondo in secondo.

Nel tempo necessario a schioccare le dita trascorrono sessantacinque brevissimi istanti (Il momento di tempo più breve è postulato in un sessantacinquesimo di uno schiocco di dita) e anche in queste infinitesimali frazioni di secondo la vita sta cambiando.

Potreste pensare: “Perché dovrei sorprendermi per il fatto che la vita cambia così tanto? È naturale; lascia che accada!”, ma questo modo di pensare è molto sciocco e ignorante perché, mentre la vita sta cambiando così velocemente, in questi stessi brevi istanti stiamo diventando più vecchi.

Qualcuno potrebbe asserire: “E’ naturale, divento più vecchio; lascia che accada!”, ma anche non curarsi del fatto di invecchiare è un’altra attitudine errata. Altri invece negano la natura impermanente della loro vita, non vogliono vedere per niente la sua vera natura; cercano di camuffare la loro apparenza agli occhi degli altri, i quali compiono anch’essi lo stesso gioco. Si tratta di sforzi assolutamente vani, tali azioni sono al di fuori del livello di conoscenza potenziale della mente umana e la loro creazione non è certo lo scopo della rinascita umana dal punto di vista del Dharma. Nessuno sforzo artificiale può mutare ottant’anni in sedici. L’età non può mai diminuire nella visione della mente completamente illuminata, che realizza pienamente che la sofferenza del corpo samsarico è causata dalla sua natura impermanente.

Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Dissoluzione

Lama Thubten Yeshe: Tutti i fenomeni della sfera sensoriale esistono come le nuvole.

Lama Thubten Yeshe: Tutti i fenomeni della sfera sensoriale esistono come le nuvole.

Lama Thubten Yeshe: Dissoluzione

Acqua che scorre rapidamente dalla scoscesa parete montana, una energia naturale:

c’è la vita

ma la potenza della morte

è ciò che l’accompagna.

Molta gente mi considera pazzo quando parlo della morte. Pensano che io non capisca nulla della vita.

se pensi alla morte e alla sofferenza, ti deprimi” Pensano che io ne sia ossessionato.

morire è atroce. Perché ti soffermi tanto?”

È molto buffo, perché sono loro a non capire la vita. Continue reading »

Giuseppe Baroetto: L’illusione della reincarnazione

È evidente che la fiamma di un lume, impiegato per accenderne un altro, non si trasferisce da un lume all’altro...

Pema Jigdrel Giuseppe Baroetto: L’illusione della reincarnazione

Nel moderno gergo buddhista i termini “rinascita” e “reincarnazione” sono considerati sinonimi e, grazie soprattutto alla popolarità di alcuni lama tibetani ritenuti tulku (La parola tibetana tulku (sprul sku) corrisponde al termine sanscrito nirmāṇakāya.) o, come si afferma solitamente, “reincarnazioni” di importanti maestri spirituali del passato, si è diffusa la convinzione che la credenza nella reincarnazione sia davvero basata sull’insegnamento del Buddha. Però, come ha ribadito Gyatrul Rinpoche, i “tulku genuini” non sono persone che, dopo aver lasciato un corpo, ritornano prendendone un altro, bensì sono «emanazioni spontanee», paragonabili a «raggi di luce emanati dal sole». (Padmasambhava, Natural Liberation, Commentary by Gyatrul Rinpoche, Boston, Wisdom Publications, 2008, pp. 151-152.)

Dunque, se i tulku non trasmigrano secondo la comune concezione della reincarnazione, in cosa consiste la rinascita delle persone che non sono tulku?

All’epoca del Buddha un monaco suo discepolo, immortalato come “Sāti, figlio del pescatore”, basandosi sulle storie di vite precedenti raccontate dal Buddha, credeva che fosse una sola e medesima coscienza a passare da un corpo all’altro, perciò diceva: «Così come io comprendo il Dharma insegnato dal Beato, è questa medesima coscienza, non un’altra, che vaga nei cicli delle nascite». (Mahātaṇhāsaṅkhaya Sutta (Majjhima Nikāya 38). Cfr. Piya Tan, SD 7.10, p. 188.) Continue reading »

Ven. Ghesce Thubten Dargye: Meditazione sul Bardo

Ven. Ghesce Thubten Dargye: Per la nostra pratica spirituale, la consapevolezza dell'impermanenza e della morte è fondamentale.

Ven. Ghesce Thubten Dargye: Per la nostra pratica spirituale, la consapevolezza dell’impermanenza e della morte è fondamentale.

Insegnamenti sul tema “Meditazione sul Bardo” del Ven. Ghesce Thubten Dargye a Solanas, CA, 24-26 maggio 2013. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Massimo Dusi, che vivamente si ringrazia. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione.

Ven. Ghesce Thubten Dargye

Porgo il benvenuto a tutti voi. Tutti noi abbiamo ottenuto un corpo umano e la nostra vita umana somiglia ad una bolla di sapone, è completamente impermanente. E non sappiamo dove andremo: se nei reami degli dei o in quelli infernali. Perciò è importante pensare che esiste la morte. Dove andremo dopo la morte? Come l’ombra segue il corpo, cosi la nostra coscienza segue il nostro karma positivo o negativo.

Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Ricordare la morte

Lama Zopa Rinpoce: La riflessione su morte e impermanenza rende la vita altamente significativa.

Lama Zopa Rinpoce: La riflessione su morte e impermanenza rende la vita altamente significativa.

Lama Zopa Rinpoce: RICORDARE LA MORTE

Non è gran cosa riflettere solamente su morte e impermanenza, ma riveste un’importanza vitale pensare a ciò che avviene dopo la morte. Se il karma è negativo, allora ci sono i reami inferiori con sofferenze inimmaginabili: tutto questo può essere impedito immediatamente.

Non possiamo liberarci del samsara entro un’ora, oggi, questa settimana o quest’anno, ma possiamo purificare il karma negativo adesso, oggi stesso e, fermare, quindi, le rinascite nei reami inferiori se la morte sopraggiungesse adesso, tra un’ora, oggi stesso. Questo è possibile.

Ricordando morte, impermanenza, karma e reami inferiori di sofferenza, la mente è indotta ad adottare la soluzione della pratica del Dharma. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Meditazione su come la vita termina velocemente

Lama Zopa Rinpoche: Come passa ogni secondo che costituisce i miei settanta anni, io mi avvicino alla morte.

Lama Zopa Rinpoche: Come passa ogni secondo che costituisce i miei settanta anni, io mi avvicino alla morte.

Lama Zopa Rinpoce: Meditazione su come la vita termina velocemente

Per prima cosa pensate a come termina una vita della durata di centomila anni, composta di secondi, mesi e anni. Centomila anni sono l’insieme di un certo numero di secondi, di un certo numero di frazioni di secondo, che iniziano a trascorrere dal momento del concepimento nell’utero della madre. Appena la vita inizia, come trascorre ogni attimo, l’intero insieme di attimi inizia a finire; l’intero insieme di frazioni di secondo che compongono centomila anni diminuisce attimo dopo attimo, in ogni istante la vita di centomila anni diventa più breve. In questo modo, sottraendo ogni istante all’intero, il totale diventa sempre minore e così, velocemente, la vita trascorre. La vita termina così velocemente.

Pensate: dal momento in cui sono stato concepito nell’utero di mia madre, dal momento in cui la mia mente è entrata nell’ovulo fertilizzato, la durata della mia vita, determinata karmicamente, che sia di settanta anni, o di quanti anni sia, è andata diminuendo. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: meditazione sulle circostanze della morte.

Lama Zopa Rinpoche: Gli yogi che realizzano l'impermanenza non vogliono sprecare tempo neppure a rimuovere una scheggia.

Lama Zopa Rinpoche: Gli yogi che realizzano l'impermanenza non vogliono sprecare tempo neppure a rimuovere una scheggia.

Lama Zopa Rinpoce: meditazione sulle circostanze della morte.

Ora ho ricevuto una perfetta rinascita umana, ma durerà ancora a lungo? Questa rinascita umana esisterà per sempre? No, non esisterà sempre; finirà dopo un certo tempo. In breve tempo il corpo che ho si svuoterà, sarà finito. Arriverà presto un tempo in cui questo corpo sarà visto solo nelle vecchie fotografie. Tale momento arriverà tra non molto. Continue reading »

Tulku Ghiatso: Powa, la trasferenza della coscienza

Ven. Tulku Gyatzo: “Questa attitudine, questo desiderio di voler aiutare gli altri nel più breve tempo possibile ci stimola a generare, appunto, Bodhicitta che è l’attitudine o la mente altruistica dell’illuminazione, ovvero voler ottenere lo stato di Buddha nel più breve tempo possibile per poter essere di beneficio per tutti quanti gli esseri senzienti.”

Ven. Tulku Ghiatso: Powa, la trasferenza della coscienza nella Terra Pura di Amitabha.

Per ricevere questi insegnamenti della dottrina profonda dovremmo generare una corretta motivazione, cioè prendere rifugio e sviluppare l’attitudine di bodhicitta, o mente dell’illuminazione.

Lama Tzong Khapa insegna che tutti gli aspetti contenuti nelle grandi scritture del Dharma di Buddha che costituiscono il corpo del sentiero graduale verso l’illuminazione sono rivolti ai tre tipi di individui: quelli che hanno uno scopo inferiore, intermedio e superiore. Quindi, dovremmo contemplare i vari aspetti meditativi relativi a questi tre tipi di individui.

In sostanza, l’individuo di scopo inferiore contempla le inevitabili sofferenze e disagi che trovano esperienza in una sfortunata rinascita. Sviluppando un senso di timore e paura verso tale rinascita, l’individuo di scopo inferiore decide di adottare la pratica che costituisce l’antidoto alle rinascite sfortunate. Essa consiste nell’osservare una corretta moralità e nel fare estese preghiere per poter rinascere nei reami superiori. L’individuo di scopo inferiore prende rifugio nei Tre Gioielli proprio con questo tipo di proposito.

Continue reading »

Credi alla rinascita?

L´idea della rinascita spiegava anche perché le cose avvenute nella mia vita erano successe.

L´idea della rinascita spiega anche perché le cose avvenute nella mia vita erano successe.

Credi alla rinascita?

Singapore, 10 agosto del 1988. Estratto rivisto da Berzin, Alexander e Chodron, Thubten. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999.

Domanda: Credi alla rinascita?

Risposta: Si, ci credo. Tuttavia, c’è voluto molto tempo per me prima d’arrivare a questo punto. Non si crede alla rinascita subito. In alcune aree del mondo, per esempio in molte parti dell’Asia, credere alla rinascita fa parte della cultura: le persone ne hanno sentito parlare fin dalla loro infanzia e per questo ci credono automaticamente. Per chi proviene da culture occidentali, invece, può sembrare strano credere alla rinascita. Normalmente, non ci si convince di colpo della sua esistenza: non è che tutto d´un tratto appaiono arcobaleni e musica… e poi gridiamo “Alleluia! Ora credo!” Di solito le cose non avvengono così.

La maggior parte delle persone ha bisogno di molto tempo per abituarsi all´idea della rinascita. Continue reading »

Sakya Paṇḍita: Istruzioni per il momento della morte

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Si deve abbandonare ogni attaccamento.

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte

Si renda omaggio a Manjusri, lama e protettore.

Primo, si prende rifugio nei tre gioielli.
Poi si deve coltivare il bodhicitta.
E meditare Amitabha, colui il quale mi sta dinanzi.
A lui si rende omaggio e si facciano offerte.
PRELUDIO

Si deve avere la certezza che le opere negative sono state purificate,
Si deve abbandonare ogni attacco.
E con una mente che non teme la morte
Si metterà in pratica Amitabha Samadhi.
PRATICA PRINCIPALE

Poi dissolvi Amitabha nel tuo corpo e
Visualizza te stesso come la sua essenza.
La virtù dedicala a tutti gli esseri senzienti.
Più volte bisogna esercitarsi in tutto questo.
LA CONCLUSIONE

Non sorgeranno allora malattie e spiriti cattivi e
Quando sarà il tempo della morte non vi saranno sofferenze.
Nel bardo, Shakyamuni si prenderà cura di te
E nella vita futura otterrai la liberazione.
BENEFICO.

Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte redatte in poche parole dal glorioso Sakya Pandita, secondo quanto insegnato dal venerabile Sakya lama e dai suoi figli.

(Tratto dal sito https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/sakya-pandita/wondrous-instruction-moment-of-death che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Vincenzo Piga: La meditazione sulla morte

Milarepa: Meditare sulla morte insegnerà agli anziani che la vita è impermanente e li spronerà alla rinuncia.

Vincenzo Piga: La meditazione sulla morte

Il pensiero della morte occupa una posizione rilevante in tutte le culture. L’Occidente produttivistico ed edonistico ha tentato di rimuoverlo dalla coscienza collettiva fino a costringere nelle metropoli quasi alla clandestinità lutti, funerali e cimiteri, con l’unico risultato di accentuare l’artificiosità del contesto psicologico qui dominante, trasformando un sentimento tra i più naturali in fonte di paure e disperazioni, ogni qualvolta l’insopprimibile realtà è riproposta dal trapasso di persone care o dai segreti presentimenti della propria fine.

È forse per reagire a simili manipolazioni che i contemplativi di vocazione cristiana ricorrono con più frequenza alle tecniche meditative di S. Ignazio, ancorate a terrificanti evocazioni della propria morte.

Che la realtà sia ben diversa da quanto appare è testimoniato anche da personaggi che più sembrano immersi nell’Oceano del Samsara: il Generale De Gaulle diceva allo scrittore Malraux che solo l’idea della morte dà un senso alla vita.

II Mahaparinirvana Sutra attribuisce al Buddha questa dichiarazione: «Fra tutte le impronte quella dell’elefante è la più grande; fra tutte le meditazioni quella della morte è la suprema».

Nel Buddhismo esistono due diverse meditazioni sulla morte. Continue reading »

Il Nobile Sutra Mahayana Sapienza Nell’Ora Della Morte

Buddha: “Non cercate la buddità altrove!”

Il Nobile Sutra Mahayana Sapienza Nell’Ora Della Morte

In lingua Indiana: Āryātyaya jñāna nāma mahāyāna sūtra.
In lingua Tibetana: ’
Phags pa ’da’ ka ye shes zhes bya ba theg pa chen po’i mdo.
In lingua Italiana:
Il Nobile sutra Mahayana, chiamato “sapienza nell’ora della morte”.

Si renda omaggio a tutti i buddha e bodhisattva!

Una volta udii queste parole: Il Beato risiedeva nel palazzo del re degli dei nella terra altissima e pura e insegnava a tutti. Il bodhisattva mahasattva, Essenza del Cielo (Ākāśagarbha), rese omaggio al Beato e fece le seguenti domande: “O Beato, in quale modo il bodhisattva dovrà osservare la mente al momento della morte?”

Il Beato rispose: “Essenza del Cielo (Ākāśagarbha), un bodhisattva dovrà meditare sulla sapienza nell’ora della morte. Perciò, a riguardo della sapienza nell’ora della morte, poiché tutti i fenomeni sono naturalmente puri, un bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione dell’incorporeità. Poiché tutti i fenomeni sono contenuti nella bodhicitta, il bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione della grande compassione. Poiché tutti i fenomeni sono naturalmente luminosi, un bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione della non-referenzialità. Il bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione riguardante il non essere attaccati a nulla, poiché tutte le entità sono impermanenti. Il bodhisattva dovrà completamente meditare sulla percezione che non cerca la buddità altrove, poiché, se tu realizzi la mente, questa è sapienza. Il Beato disse così in versi: Continue reading »

Ghesce Rabten Rinpoche: Morte e Rinascita

Ghesce Rabten Rinpoche:  Quello che dai medici occidentali è assunto come il punto di morte, non è veramente tale fino a quando la coscienza e l’energia sono dentro il corpo.

Ghesce Rabten Rinpoche: Quello che dai medici occidentali è assunto come il punto di morte, non è veramente tale fino a quando la coscienza e l’energia sono dentro il corpo.

Ghesce Rabten Rinpoche: Morte e Rinascita

Il più sottile stato di coscienza

Le coscienze del sonno, se vengono usate correttamente, sono più potenti delle coscienze ordinarie. La ragione di questo fatto è che, mentre si dorme, tutte le altre coscienze sensoriali grossolane sono assorbite: il che produce una concentrazione più profonda e una mente più potente. I benefici di tali stati mentali possono essere compresi facendo uno sforzo per analizzarli con l’intento di farne buon uso. Benché noi dormiamo e sogniamo ogni notte, ciò non ci reca alcun beneficio perché non sappiamo cosa fare di queste coscienze.
Vi sono stati di coscienza ancora più sottili degli stati di sonno e sogno ed essi si presentano nel processo della morte, quando la mente si prepara a separarsi dal corpo. Anzitutto, ai momento della morte le coscienze grossolane sensoriali sono assorbite. Poi la coscienza diventa sempre più fine e sottile. Essa diventa sottile al massimo grado prima del momento della morte e nell’attimo stesso del trapasso è estremamente potente. Durante tutto il processo vi sono vari livelli di sottigliezza mentale è quello finale è chiamato chiara luce della morte. Benché questa coscienza di chiara luce, che è estremamente sottile, sia sempre esistita entro la nostra corrente di coscienza, Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Vita, Morte e Stato Dopo la Morte Bardo

Lama Thubten Yeshe: Vita, Morte e Stato Dopo la Morte Bardo

Ginevra (Svizzera) settembre 1983.

Prima dissertazione

Questa sera inizierò con una breve introduzione sulla realtà umana: morte e bardo dal punto di vista buddhista. Il Buddhismo sostiene che gli esseri umani possiedono qualità molto elevate e, in special modo, i requisiti dell’intuizione e della capacità mentale. Secondo il punto di vista buddhista, il processo di crescita umano è diverso da quello di un vegetale: ogni essere umano ha una storia estesa, un lungo periodo di evoluzione della coscienza umana individuale. Continue reading »

La meditazione sulla morte

La morte delle persone care, la nostra, sono tutti momenti essenziali per meditare su aspetti della nostra realtà che di solito rimuoviamo.

La morte delle persone care, la nostra, sono tutti momenti essenziali per meditare su aspetti della nostra realtà che di solito rimuoviamo.

Silvia Bianchi: La meditazione sulla morte nel buddismo tibetano

Ogni giorno passato senza la consapevolezza della morte è un giorno sprecato” dicono i maestri nel buddismo tibetano.

La morte è una realtà ed è utile rimanere a contatto con la realtà anche quando questa è dolorosa.

Se però sei depresso non è utile meditare sulla morte! E’ invece più utile meditare sulla “ preziosa rinascita umana” gli stessi Lama (maestri) tibetani sono i primi a sottolineare.

La meditazione sulla morte nel buddismo tibetano, come tutte le altre meditazioni, è utilizzata allo scopo di crescere, evolvere verso l’illuminazione. Che cosa significhi “illuminazione” è un argomento complesso ed articolato. In estrema sintesi l’illuminazione è uno stato nel quale non si soffre più e si è in grado di aiutare tutti gli altri ad uscire dalla sofferenza (nel testo Abbhisamayalankara è possibile scoprire nei dettagli quali sono i 173 aspetti della mente illuminata e qual è il sentiero da percorrere per arrivare all’illuminazione1).

Perché meditare sulla morte ci dovrebbe aiutare ad uscire dalla sofferenza? Continue reading »