Tsenciab Serkong Rinpoche: Contemplare le varie tipologie di azioni distruttive che abbiamo compiuto e i loro risultati è una maniera molto efficace di assicurarci benessere e felicità.
Evitare la sofferenza osservando il Dharma.
Tsenciab Serkong Rinpoche I. Nuova Delhi, India, 7 Dicembre 1979. Traduzione di Alexander Berzin, revisione di Nicholas Ribush. Lievemente rivisto da Alexander Berzin, 2003. Pubblicazione originale in: Tsenciab Serkong Rinpoche: “Renunciation.” In “Teachings at Tushita”, ed. Glenn Mullin e Nicholas Ribush. New Delhi: Mahayana Publications, 1981. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.
Riconoscere la sofferenza
La parola sanscrita Dharma, in Tibetano chö (chos), significa tenere o sostenere. Cosa viene tenuto o sostenuto? L’eliminazione della sofferenza e il raggiungimento della felicità. Questo viene reso possibile dal Dharma non solo per noi, ma per tutti gli esseri.
La sofferenza che subiamo è di due tipi: quella immediatamente visibile a noi esseri umani e quella che non possiamo vedere senza l’ausilio di poteri extrasensoriali. Il primo tipo include il dolore associato alla nascita, la sgradevolezza delle malattie occasionali, la tristezza che accompagna l’invecchiamento e la vecchiaia e il terrore della morte. Continue reading »