Shantideva

Shantideva

Shantideva (VIII secolo) fu la fonte indiana per gli insegnamenti del Bodhisattva che si trovano in tutte le tradizioni del Tibet, specialmente quelli che riguardano la pratica delle sei paramita (le sei perfezioni).

Shantideva nacque nell’ottavo secolo come il figlio del re di una terra nella regione del Bengala nell’India orientale. Quando stava per salire al trono ebbe un sogno di Manjushri, il quale disse, “Il trono non è per te”. Seguendo il consiglio di Manjushri, rinunciò al trono e si ritirò nella giungla. Lì incontrò e studiò con diversi guru non buddhisti, meditò intensamente e ottenne stati avanzati di concentrazione assorta. Ma, come nel caso di Shakyamuni, si rese conto che ritirarsi in stati profondi di concentrazione non elimina le radici della sofferenza. Affidandosi a Manjushri, alla fine ebbe vere e proprie visioni di questa incarnazione della saggezza di tutti i Buddha e ricevette insegnamenti da lui.
In seguito Shantideva lasciò la giungla e si recò all’università monastica di Nalanda, dove ricevette l’ordinazione monastica dall’abate. Lì studiò i grandi sutra e i tantra e li praticò intensamente, ma egli tenne nascoste tutte le sue pratiche. Tutti pensavano che egli non facesse altro che mangiare, dormire e andare al gabinetto. Ma in realtà era sempre in uno stato meditativo di chiara luce.
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Shantideva: Preghiera di dedica ai Precetti

Shantideva

Shantideva

Shantideva: Preghiera di dedica ai Precetti, rivista da Sua Santità il XIV Dalai Lama

Possano tutti gli esseri in ogni luogo,
Piagati dalla sofferenza di corpo e mente,
Ottenere un oceano di felicità e gioia
Per la virtù dei miei meriti.

Possa nessuna creatura vivente soffrire,
Commettere cattive azioni o anche ammalarsi.
Possa nessuno aver paura o sentirsi sminuito,
Con una mente oppressa dalla depressione. 

Possano i ciechi vedere le forme,
Ed i sordi udire i suoni.
Possano coloro i cui corpi sono esausti per la fatica
Essere ristorati trovando riposo.

Possano i nudi trovare da vestirsi
Gli affamati trovare cibo .
Possano gli assetati trovare acqua
E bevande deliziose .

Possano i poveri trovare ricchezza ,
Quelli indeboliti dal dolore trovare gioia .
Possano gli abbandonati trovare speranza,
Costante felicità e prosperità.

Possano esserci piogge al tempo giusto
E felici raccolti.
Possano tutte le medicine essere efficaci
E salutari preghiere portare frutto.

Possano tutti quelli che sono indisposti e ammalati
Velocemente essere liberati dai loro disturbi.
Qualsiasi malattia esistente nel mondo,
Possa non accadere più.

Possano gli spaventati cessare di aver paura
E coloro imprigionati essere liberati.
Possano coloro senza forza trovare vigore
E possano le persone pensare di essere di beneficio gli uni agli altri.

Shantideva

Shantideva

Prima di conferire la trasmissione orale della Via del Bodhisattva, conosciuta in Sanscrito come la Bodhisattvacharyavatara, Shantideva fu deriso dalla sua comunità come un monaco pigro e poco studioso.

Shantideva (Sk: Shantideva; Tib: Shyiwa Lhà), fu un grande studioso indiano buddhista dell’ottavo secolo d.C. dell’Università di Nalanda ed un seguace della filosofia Madhyamaka di Nagarjuna . La Chan Ssu Lun della scuola cinese Madhyamika individua due diversi personaggi col nome di “Shantideva”: il fondatore del Sangha Avaivartika nel 6 ° secolo, e un successivo Shantideva che studiò a Nalanda nell’8° secolo che sembra essere la fonte delle biografie tibetane. Scoperte archeologiche sono a sostegno di questa tesi. Due fonti tibetane della vita di Shantideva sono gli storici Butön e Jetsün Tāranātha. Studi recenti hanno portato alla luce un manoscritto nepalese in sanscrito del 14° secolo sulla vita di Shantideva. Shantideva nacque come un bramino nel paese di Saurastra (nell’attuale Gujarat), era figlio del re Kalyanavarman ed ebbe il nome di Shantivarman. Shantideva era uno grande studioso e maestro buddista indiano che studiò presso l’Università monastica di Nalanda nell’VIII secolo c.C. Continue reading »

Il Bodhisattvacharyavatara di Shantideva, Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva

Sua Santità il Dalai Lama: Il principale scopo degli insegnamenti del Mahayana è lo sviluppo di una mente che desidera fare il bene degli altri esseri viventi.
Sua Santità il Dalai Lama: Il principale scopo degli insegnamenti del Mahayana è lo sviluppo di una mente che desidera fare il bene degli altri esseri viventi.

Il Bodhisattvacharyavatara o Bodhicaryāvatāra, a volte tradotto in inglese come Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva o Guida alla Via del Bodhisattva, è un famoso testo buddhista Mahāyāna scritto in versi in sanscrito nel 700 d.C. circa da Shantideva, un grande maestro buddista dell’Università Monastica di Nalanda in India. È in dieci capitoli dedicati allo sviluppo della bodhicitta (la mente dell’illuminazione), attraverso la pratica delle sei perfezioni (paramita Skt.). Il testo inizia con un capitolo che descrive i benefici del desiderio di raggiungere l’illuminazione. Il sesto capitolo sulla paramita della pazienza (sanscrito Kṣānti) è considerato da molti buddisti come l’apice della produzione su questo argomento ed è la fonte di numerose citazioni attribuite a Shantideva. Studiosi tibetani considerano il nono capitolo sulla “Saggezza” come la più succinta e chiara esposizione del punto di vista Madhyamaka. Il decimo capitolo è una delle preghiere più popolari Mahāyāna.

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1 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: I benefici della mente dell’illuminazione.

Bodhisattvacharyavatara I, 27: Se il semplice pensiero di voler aiutare gli altri ha davvero più valore della venerazione dei Buddha, cosa dire allora di quello di impegnarsi nelle azioni a favore di tutti gli esseri per donargli tutti i possibili benefici?

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 1 – I BENEFICI DELLA MENTE DELL’ILLUMINAZIONE

I meriti del pensiero del risveglio: Bhodicitta

Omaggio a tutti i Budda e i bhodhisattva

1 Con rispetto m’inchino a tutti i Buddha che risiedono nel nirvana, al Dharma che hanno insegnato, ai loro figli Bhodisattva ed a coloro che sono degni di venerazione.

2 Nulla è esposto qui che non sia già stato spiegato precedentemente, io non possiedo alcuna abilità nell’arte della scrittura.

Non pretendo che tutto ciò possa essere di beneficio ad altri, perciò ho scritto tutto questo al solo scopo di approfondire la mia comprensione.

3 A causa di questi miei versi, possa la mia fede aumentare cosi da aver io condotta positiva.

Se per caso verranno letti da altri, possano essi trovarvi significato utile.

4 La preziosa rinascita umana è difficilissima da ottenere, ed altrettanto è difficile ottenere liberazioni e realizzazioni.

Se non approfitto durante questa vita ai benefici accumulabili in essa, quando mi si ripresenterà l’occasione?

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2 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: Confessare le negatività.

Acharya Shantideva, Bodhisattvacharyavatara II, 65: Supplico tutti i Condottieri di questo mondo: accettate vi prego la mia confessione delle azioni negative da me compiute, e proprio perché negative, mi propongo e vi faccio promessa di non ricommetterle più nel futuro.

Acharya Shantideva, Bodhisattvacharyavatara II, 65: Supplico tutti i Condottieri di questo mondo: accettate vi prego la mia confessione delle azioni negative da me compiute, e proprio perché negative, mi propongo e vi faccio promessa di non ricommetterle più nel futuro.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 2: CONFESSARE LE NEGATIVITÀ

1. Al fine di tale sviluppo prezioso Bdhicitta, offro ai Tathagata, al santo Dharma, gioiello immacolato, e ai Bodhisattva oceani di perfezione.

2 Tutti i fiori ed i frutti esistenti sulla terra, tutti i generi di medicine, ogni gioiello che esiste in questo mondo e tutte le varietà di acqua fresca e pura.

3 Montagne incastonate di pietre preziose, boschi e foreste, luoghi ameni e solitari, ogni pianta celestiale adornata di fiori e alberi dai rami ricoperti dai frutti,

4 Profumi dei reami celesti, incenso, alberi che esaudiscono i ed alberi di pietre preziose, raccolti che spontaneamente crescono e tutti gli oggetti degni di essere offerti.

5 Grandi specchi d’acqua e stagni ricoperti dai fiori di loto, ricolmi del dolce richiamo delle oche selvatiche ed ogni cosa non posseduta all’interno dell’ infinite sfere dello spazio

6 Questi oggetti nella mente visualizzo e li offro come un dono perfetto a tutti gli esseri supremi, i Buddha, ed ai loro figli. O compassionevoli ,pensate con amore a me, accettate le offerte che vi porgo.

7 Non posseggo nessun merito , ne risorse, non ho altre ricchezze da offrire. O voi che proteggete, voi che vi impegnate solo nell’aiutare gli altri , con il vostro grande potere accettate ciò che vi offro per il mio bene.

8 Offro a voi tutti i miei corpi di tutte le mie esistenze, a voi Vittoriosi ed ai vostri figli. Per favore accoglietemi , o saggi e supremi eroi, ed io con devozione diverrò vostro discepolo.

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3 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: La Bodhicitta.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara III, 18: Che io divenga il protettore per quelli che non lo hanno, una guida per coloro che camminano sul sentiero, divenga un ponte, un'imbarcazione, una nave per coloro che vogliono attraversare le acque.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara III, 18: Che io divenga il protettore per quelli che non lo hanno, una guida per coloro che camminano sul sentiero, divenga un ponte, un’imbarcazione, una nave per coloro che vogliono attraversare le acque.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 3: ACCETTARE COMPLETAMENTE LA BODHICITTA

1 Mi rallegro con gioia della virtù che da sollievo alla miseria di tutti gli esseri, che tramite rinascite apparso in stati sfortunati, e che conduce alla beatitudine quelli che sono nella sofferenza.

2 Esulto della virtù che diviene causa per l’ottenimento dell’illuminazione, ed esulto per la liberazione definitiva degli esseri senzienti dalle sofferenze delle esistenze condizionate.

3 Esulto per l’illuminazione dei protettori, i Buddha, e del raggiungimento dei vari stadi spirituali dei loro figli, i Bodhisattva.

4 Con enorme gioia risultato dell’oceano di bene che genera la Bodhicitta, il quale si propone di guidare tutti gli esseri senzienti alla beatitudine, ed allo stesso modo risultato per le azioni positive compiute per il bene di tutti.

5 Le mani giungo unite e prego i Tathagata che in tutte le direzioni hanno dimora: propagate la luce del Dharma, per tutti coloro che sono dispersi nel buio della sofferenza.

6 Con mani giunte imploro voi Vittoriosi che avete desiderio di abbandonare il corpo: vi prego di restare per innumerevoli ere, non lasciare il mondo prigioniero della sua ignoranza.

7 Perciò tutte le qualità che io ho accumulato attraverso la pratica da me effettuata, le dedico perché scompaia definitivamente la sofferenza di ogni essere vivente.

8 Che io divenga il medico, la medicina, l’infermiere per ogni malato nel mondo, finché ognuno non abbia raggiunto la guarigione.

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4 Shantideva, Bodhisattvacharyavatara: La coscienziosità

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara IV, 47: Ma i difetti mentali non esistono negli oggetti, né nelle facoltà sensoriali, né tra questi e né in nessun altro luogo. Allora dove dimorano e da dove feriscono tutti gli esseri? Essi sono vuoti come un illusione, un miraggio, per cui con coraggio possiamo eliminare qualsiasi paura dal nostro cuore per sforzarci di comprendere la loro vera natura attraverso la saggezza.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 4:

ASSENZA DI DISTRAZIONE DELLA BODHICITTA, LA COSCIENZIOSITÀ, CONSAPEVOLEZZA, ATTENZIONE NELL’APPLICAZIONE DELLA BODHICITTA

1 I figli del Vittorioso, i Bodhisattva che fermamente hanno prodotto il pensiero del risveglio dovrebbero perennemente impegnarsi nel coltivarlo senza mai deviare dalla giusta strada.
2 Qualunque compito cominciato senza la giusta considerazione, oppure senza la corretta motivazione, nonostante si sia preso come impegno, dobbiamo sempre porre attenzione se terminarlo o meno.
3 Ma i Buddha ed i Bodhisattva hanno con grande saggezza analizzato tutto questo, pure io ho meditato e fatto lunghe riflessioni, perché adesso dovrei quindi esitare e dubitare?
4 Nel caso che, avendo io promesso di seguire lo stesso sentiero, non mi impegnassi poi nel compierlo, e cosi ingannassi ogni essere vivente, quale rinascita il destino mi riserverebbe?
5 Visto che negli insegnamenti viene detto “Chi produce il pensiero di donare un oggetto e poi non compie l’azione di donarlo, rinascerà come essere famelico, anche se l’oggetto da donare era una cosa di poco valore.”
6 E se dopo aver invitato tutti gli esseri senzienti con grande clamore a seguirmi verso la beatitudine suprema, dopo di che io li ingannassi, quale sarebbe la mia sorte? Quale rinascita felice otterrei?
7 Solo Colui che tutto conosce può comprendere le insondabili vie del karma , anche di quelli che pur abbandonando la bodhicitta egli salva portandoli alla liberazione.

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5 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la vigilanza

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, V, 100: In modo diretto o indiretto, tutto quello che faccio deve essere per il bene degli altri. Ed al solo fine del bene per tutti gli esseri senzienti dedicherò tutte le mie azioni per raggiungere l'illuminazione.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, V, 100: In modo diretto o indiretto, tutto quello che faccio deve essere per il bene degli altri. Ed al solo fine del bene per tutti gli esseri senzienti dedicherò tutte le mie azioni per raggiungere l'illuminazione.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 5:

LA VIGILANZA, L’INTROSPEZIONE.

1 Colui che desidera proteggere la sua pratica dovrebbe salvaguardare con ogni sforzo la sua mente, poiché senza applicare la vigilanza sulla mente non sarà possibile mantenere una disciplina.
1 In questo mondo non vi sono bestie selvagge e furenti che possano causare tanti danni quanto quelli che può causare una mente che sia simile ad un elefante impazzito il quale può trascinarci nel dolore e negli inferi.
2 Ma se l’elefante del pensiero è ben trattenuto dalla fune della consapevolezza, ogni nostra paura cesserà e tutte le virtù ed i benefici saranno in nostro possesso.
3 Tigri, leoni, orsi, elefanti, serpenti e tutti gli animali ostili, ogni guardiano degli inferi, demoni e tutti gli spiriti maligni.
4 Verranno sottomessi unicamente avendo il controllo della nostra mente. Tutti sono domati se il pensiero è domato.
5 Come ha detto infatti il Maestro della Verità tutte le sofferenze e le paure sorgono dalla nostra mente.
6 Chi è stato a costruire le lame che torturano negli inferi? Chi ha costruito il suolo di metallo rovente? Da dove provengono i demoni femminili che tormentano gli adulteri ?

7 Il Savio ha affermato che tutte queste cose sono unicamente prodotte dalle negatività della nostra mente. Perciò nei tre reami dell’esistenza l’unico nemico terribile da temere è la nostra mente. Continue reading »

6 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la pazienza.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VI, 125: Da oggi in poi allo scopo di compiacere i Vittoriosi dominerò i miei difetti mentali e la mia rabbia, servirò gli altri, e se anche molti di loro mi ferissero, mi battessero con bastoni od altro, o mi uccidessero, non reagirò contro costoro e così allieterò i Vittoriosi.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VI, 125: Da oggi in poi allo scopo di compiacere i Vittoriosi dominerò i miei difetti mentali e la mia rabbia, servirò gli altri, e se anche molti di loro mi ferissero, mi battessero con bastoni od altro, o mi uccidessero, non reagirò contro costoro e così allieterò i Vittoriosi.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 6°: LA PAZIENZA

1 Tutte le azioni positive, portate a compimento per un periodo di mille ere cosmiche, come ad esempio offerte fatte ai Tahagata e praticare la generosità, verranno distrutte da un solo breve istante di collera.
2 Non esiste altra negatività simile alla rabbia, né esiste di contro una forza d’animo pari alla pazienza, per questo devo meditare su essa con impegno ed in molti modi.
3 Il mio pensiero non troverà mai pace finché sarà preda ed alimenta il nocivo seme dell’odio. Non troverò ne gioia ne felicità, non sarò in grado di addormentarmi e mai mi riposerò.
4 Nobili condottieri, se ottenebrati dall’odio, verranno attaccati ed uccisi, perfino dai servi che da loro ricevono doni e sostentamento.
5 Lasciati soli da parenti ed amici, ed isolati perfino da coloro che sono attirati dalle loro ricchezze, gli individui che sono colmi di ira non godono di gioia ne di pace mentale.
6 Per cui la collera, questo nemico, è la causa di tutti questi mali. Ciononostante chi fermamente si impegna ad eliminare la propria ira troverà la felicità in questa vita e nelle altre. Continue reading »

7 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Perseveranza Entusiastica

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VII, 74: In ogni luogo o circostanza, in ogni momento, debbo essere consapevole delle mie azioni.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VII, 74: In ogni luogo o circostanza, in ogni momento, debbo essere consapevole delle mie azioni.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 7: LA PERSEVERANZA ENTUSIASTICA.

1 Ecco che quindi, mettendo in pratica con ferma intenzione al pazienza, debbo sviluppare la perseveranza piena di entusiasmo. Perché l’illuminazione può essere raggiunta solo impegnandosi completamente, e come su una pianura in assenza del vento nessun filo di erba si muove, senza perseveranza non nascerà alcun merito.
2 Perseverare pieni di entusiasmo significa essere contenti di compiere le azioni positive, il contrario di questa perseveranza è la pigrizia, è avere inclinazione verso le azioni negative, l’apatia e il disprezzo per se stessi.
3 I sostegni e le sorgenti da cui nasce questa insana pigrizia sono: il compiacimento per i piaceri dell’ozio, l’attaccamento al riposo e nessun timore verso le rinascite dell’esistenza ciclica.
4 Intrappolato dalle emozioni negative sono entrato nel ciclo delle rinascite , perché ancora non mi rendo conto di essere in potere del Sovrano della morte?
5 Perché non capisco che la morte egualmente e implacabilmente colpisce e falcia tutti i miei simili? Chiunque rimane tranquillo come se dormisse, si comporta come un bufalo di fronte al suo macellaio.
6 Quando il Re della morte mi ha già chiuso ogni via di fuga, come posso gioire tranquillo del cibo? Come posso provare piacere nel dormire e nel riposare? Continue reading »

8 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Meditazione.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VIII, 167: Mente mia, questo è il modo di agire! Se non ti impegni per il bene degli altri tramite gli antidoti della consapevolezza e della vigilanza io ti domerò, se trasgredisci questa condotta il tuo egoismo ti porterà alla tua fine.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VIII, 167: Mente mia, questo è il modo di agire! Se non ti impegni per il bene degli altri tramite gli antidoti della consapevolezza e della vigilanza io ti domerò, se trasgredisci questa condotta il tuo egoismo ti porterà alla tua fine.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 8: LA MEDITAZIONE

1 Dopo avere incrementato la mia perseveranza devo stabilizzare la mente, attraverso la meditazione concentrativa, poiché chi ha il pensiero distratto e debole diviene preda fra le zanne dei difetti mentali.
2 Restando solo il mio corpo e la mia mente non possono esser danneggiati dalle distrazioni, così rinunciando alla falsità del mondo devo eliminare tutte le speculazioni mentali. Continue reading »

9 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Saggezza

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 9: LA SAGGEZZA

Il nono capitolo, eccetto i versi introduttivi e finali, è in forma di prosa e di dibattito fra la scuola di Shantideva, la Madhyamaka ed altre scuole buddiste e non. Lo scritto in carattere corpo normale è dell’autore Shantideva, il corsivo ( o italico) fa parte di un commentario.

Ogni parte della Dottrina venne insegnata dal Possente Re per accrescere la saggezza degli esseri senzienti, perciò chi vuole abbandonare la sofferenza deve sviluppare la saggezza.

I come riconoscere la natura delle saggezza.

A accertamento delle Due Verità

2. le verità illusorie o convenzionali sono definite così poiché sono realtà accertate da menti valide, le quali hanno apparenze dualistiche, che non comprendono il significato reale e le verità assolute hanno tale denominazione in quanto realizzate da un essere con saggezza suprema, o arya, la mente del quale non possiede apparenza dualistica, queste vengono considerate le due verità. Quelle assolute non vengono apprese dalla mente convenzionale, la quale ottiene la conoscenza delle verità assolute. Continue reading »

10 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Dedica dei Meriti

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara X, 41: Che ogni essere non soffra mai, che nessuno si ammali mai, e non commetta più il male. Che nessuno provi più paura, ne che faccia o subisca insulti, e che le menti siano sempre libere da angosce.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara X, 41: Che ogni essere non soffra mai, che nessuno si ammali mai, e non commetta più il male. Che nessuno provi più paura, nè che faccia o subisca insulti, e che le menti siano sempre libere da angosce.

Dedica dei meriti
1 tramite la forza positiva accumulata nel comporre questo testo, possano tutte le creature seguire il sentiero dell’illuminazione.

2 grazie ai miei meriti possano coloro che sono tormentati, in qualsiasi luogo essi siano, ottenere felicità e gioia.

3 Per tutto il tempo che saranno nel ciclo delle rinascite, possano essere felici e tutti provino beatitudine.

4 Tutte le creature che soffrono dolori infernali, in qualunque luogo dell’universo esse siano, possano giungere a provare la pace e la beatitudine di Sukhavati.

5 Coloro che sono chiusi nell’inferno di ghiaccio possano provare calore, quelli prigionieri delle fiamme possano avere refrigerio da piogge torrenziali nate da nuvole di meriti dei bodhisattva.

6 Che la foresta di foglie affilate come rasoi divenga un delizioso boschetto, che gli alberi di spade e pugnali si trasformino nelle piante che esaudiscono i desideri.

7 Che le zone più terribili degli inferi divengano zone di felicità, con specchi d’acqua pieni di profumati fiori di loto, con il suono piacevole delle voci di cigni anatre ed oche.

8 Che i tizzoni in fiamme divengano gioielli, che il terreno rovente divenga di cristallo lucente, che le ” montagne stritolanti” degli inferi divengano palazzi celestiali, pieni di Buddha da onorare. Continue reading »

Shantideva: La preghiera in sette rami

Shantideva: La preghiera in sette rami

Prendo una direzione sicura, fino al mio stato purificato, dai Buddha, dal Dharma, e dall’Assemblea Suprema. Grazie alla forza positiva della mia generosità e così via, che io possa attuare la Buddhità per aiutare coloro che vagano.
Che la superficie della terra in ogni direzione possa essere pura, senza nemmeno un sassolino, liscia quanto il palmo della mano di un bimbo, naturalmente splendente, come lo è una gemma di berillo.
Che oggetti umani e divini di offerta, effettivamente disposti e quelli immaginati come nuvole impareggiabili di offerte di
Samantabhadra, possano riempire completamente la sfera dello spazio.
(1) Mi prostro a tutti voi Buddha che hanno adornato i tre tempi, al Dharma e all’Assemblea Suprema, inchinandomi con corpi numerosi quanto tutti gli atomi del mondo.
(2) Proprio come
Manjiushri e altri hanno fatto offerte a te, il Trionfante, così anch’io faccio offerte a voi, i miei Guardiani Così Andati, ed alla vostra progenie spirituale.
(3) Per tutta la mia esistenza samsarica senza inizio, in questa e in altre vite, ho involontariamente commesso atti negativi, o fatto sì che altri li commettessero, e
d inoltre, oppresso dalla confusione dell’ingenuità, me ne sono rallegrato: qualunque cosa io abbia fatto, li considero come errori e li dichiaro apertamente a voi, i miei Guardiani, dal profondo del mio cuore.
(4) Con piacere, gioisco dell’oceano di forza positiva per il fatto che avete sviluppato obiettivi di
bodhicitta per dare felicità ad ogni essere limitato, e delle vostre azioni che hanno aiutato esseri limitati.
(5) Con i palmi premuti insieme, vi supplico Buddha di tutte le direzioni: per favore fate risplendere la lampada del Dharma per esseri limitati che soffrono e brancolano nel buio.
(6) Con i palmi premuti insieme, ti supplico Trionfante che andrebbe oltre il dolore: ti imploro, rimani per eoni infiniti per non lasciare nella loro cecità questi esseri erranti.
(7) Grazie a qualunque forza positiva che ho accumulato mediante tutti questi che ho fatto così, che io possa rimuovere ogni sofferenza di tutti gli esseri limitati.
Indirizzando e offrendo ai campi di
Buddha questa base – infusa di acque profumate, disseminata di fiori, e adornata con Monte Meru, quattro isole, un sole, e una luna – che tutti gli esseri erranti siano condotti verso le terre pure.
Om idam guru ratna mandal -kam nir-yatayami. Offro questo mandala a voi, guru preziosi.

Yan-lag bdun-gi smon-lam” da Shantideva, “Impegnarsi nel comportamento dei bodhisattva” (sPyod-‘jug, scr. Bodhisattvacharya-avatara) tradotto da Alexander Berzin; traduzione italiana a cura di Claudio Li Calzi.

(Tratto dal sito https://studybuddhism.com/it/buddhismo-tibetano/testi-originali/testi-sutra/la-preghiera-in-sette-rami che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Ven. Ghesce Yesce Tobten: Commentario al Bodhisattvacharyavatara di Shantideva

Ven. Ghesce Yeshe Tobden: Se consideri gli altri più importanti di te stesso, ti impegnerai facilmente nel compiere azioni positive verso di loro, anziché danneggiarli, e queste azioni positive ti torneranno come tuo diretto beneficio.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Commentario al Bodhisattvacharyavatara di Shantideva

(Chiara Luce Edizioni – 2014, 4° Ed.)

Prefazione di Sua Santità il XIV Dalai Lama, per la 2° Edizione del Commentario

Il Bodhisattvacharyavatara è stato composto dal famoso erudito indiano Shantideva, riconosciuto da tutte le scuole buddhiste in Tibet come uno dei maestri più degni di fiducia, e come una fonte di grande ispirazione. Il libro si concentra principalmente sulla coltivazione e l’accrescimento della mente del risveglio di bodhicitta, e in quanto tale è un testo mahayana. Inoltre la visione filosofica di Shantideva, come è rivelato in particolare nel nono capitolo sulla saggezza, segue la tradizione Madhyamaka-Prasangika di Chandrakirti.

L’enfasi maggiore del testo viene posta sul nutrire una mente che desidera beneficiare gli altri esseri senzienti. Nel corso della mia vita ho letto molte volte questo testo e ne ho ascoltato spiegazioni, ho riflettuto a fondo sul suo significato e ho pure avuto la fortuna di insegnarlo io stesso in molte occasioni. Di conseguenza ho una certa esperienza in merito ai consigli che vi sono contenuti e posso certamente affermare che continuano a essere applicabili e utili anche oggi. Se sinceramente cerchiamo di mettere in pratica l’essenza di questi insegnamenti, non avremo dubbi sulla loro efficacia. Continue reading »